19 aprile 2019 – Corriere del Trentino
Centro Servizi Culturali Santa Chiara. «Per risparmiare sugli appalti si fanno contratti peggiorativi»
«Il Centro Culturale Santa Chiara avrebbe potuto evitare di fare l’appalto, assumendo direttamente le maschere con il contratto collettivo dei teatri stabili che prevede la massima flessibilità», dice Claudia Loro di Slc Cgil. L’appalto per le maschere affidato al Consorzio Lavoro e Ambiente finito nel mirino della Guardia di finanza, aveva fin da subito scatenato il malumore dei sindacati, che pur non entrando nei dettagli dell’indagine, esprimono preoccupazione, per la tendenza sempre più diffusa di esternalizzare tutta una serie di servizi, affidandoli ad aggiudicatari che garantiscono costi più bassi spesso a discapito dei lavoratori. «La stazione appaltante pur di risparmiare lascia totale libertà nell’applicazione dei contratti alla società che fornisce i servizi, che spesso non applica il contratto di riferimento per quella che è l’attività prevalente dell’azienda. Vale per il Centro culturale Santa Chiara come per Dolomiti Energia», spiega Alan Tancredi della Uiltec. «Con la nuova gestione alle maschere viene applicato il contratto dei multiservizi
cioè quello che si applica alle ditte di pulizie — aggiunge Loro — privando i dipendenti di tutta una serie di istituti e indennità previsti dal contratto dei teatri proprio per chi lavora come maschera».
Secondo il sindacato ciò che è inaccettabile è che prevalga la logica del ribasso, anche per gli enti pubblici. «Da una stazione appaltante pubblica mi aspetto che monitori sulla corretta applicazione dei contratti di riferimento da parte delle ditte a cui affida dei servizi», sottolinea Tancredi.
«Se si continua a dire è che l’importante è applicare un regolare contratto senza tenere conto di quale sia il settore di riferimento — conclude Francesca Delai di Filcams Cgil — i contratti meno tutelanti finiscono per prevalere sugli altri e questo non è ammissibile». Oltre che sugli appalti per i servizi di maschere e call center del Centro Santa Chiara e del Muse, gli investigatori nei giorni scorsi avrebbero acquisito i documenti relativi a un progetto di esternalizzazione dei servizi di call center e front office di Dolomiti Energia. Gli enti non sono coinvolti nelle indagini. Le verifiche della Procura infatti riguarderebbero solo alcuni affidamenti al Consorzio Lavoro Ambiente.
cioè quello che si applica alle ditte di pulizie — aggiunge Loro — privando i dipendenti di tutta una serie di istituti e indennità previsti dal contratto dei teatri proprio per chi lavora come maschera».
Secondo il sindacato ciò che è inaccettabile è che prevalga la logica del ribasso, anche per gli enti pubblici. «Da una stazione appaltante pubblica mi aspetto che monitori sulla corretta applicazione dei contratti di riferimento da parte delle ditte a cui affida dei servizi», sottolinea Tancredi.
«Se si continua a dire è che l’importante è applicare un regolare contratto senza tenere conto di quale sia il settore di riferimento — conclude Francesca Delai di Filcams Cgil — i contratti meno tutelanti finiscono per prevalere sugli altri e questo non è ammissibile». Oltre che sugli appalti per i servizi di maschere e call center del Centro Santa Chiara e del Muse, gli investigatori nei giorni scorsi avrebbero acquisito i documenti relativi a un progetto di esternalizzazione dei servizi di call center e front office di Dolomiti Energia. Gli enti non sono coinvolti nelle indagini. Le verifiche della Procura infatti riguarderebbero solo alcuni affidamenti al Consorzio Lavoro Ambiente.
Scarica il pdf: Santa Chiara ART 190419
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