05 gennaio 2021 – Corriere del Trentino
Cgil, Cisl e Uil scrivono a Fugatti «Ora gli Stati generali del Lavoro»
I segretari: «Industria, occupazione e scuola: la sfida è realizzare politiche integrate»
TRENTO «Attivare nel primo semestre di quest’anno gli Stati generali del lavoro». È questa la proposta innovativa che Cgil, Cisl e Uil fanno al presidente della Provincia Maurizio Fugatti in una lettera a lui inviata proprio ieri. E non solo a lui. L’obiettivo di Andrea Grosselli, Walter Alotti e Michele Bezzi, segretari rispettivamente di Cgil, Uil e Cisl, è quello di guardare oltre la pandemia e provare a «attivare un momento di approfondimento sulle dinamiche della domanda e dell’offerta di lavoro nei prossimi anni e sugli strumenti più efficaci per migliorare le performance del mercato del lavoro, puntando a una maggiore integrazione — si legge — delle politiche pubbliche tra quelle per lo sviluppo delle attività economiche, dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione».
La proposta non si ferma alle soglie della presidenza: il documento è stato inviato infatti anche agli assessori allo sviluppo economico Achille Spinelli, al turismo Roberto Failoni e all’istruzione Mirko Bisesti oltre che al presidente del coordinamento imprenditori Marco Segatta.
L’idea non è una novità assoluta nella storia del Trentino e si inserisce in una tradizione importante. «In ogni tempo di crisi — spiegano — il Trentino ha saputo rispondere con proposte di cui ancora oggi vediamo il segno. Negli anni Ottanta si è aggredito il problema economico con la nascita dell’Agenzia del Lavoro e del Progettone, negli anni Novanta il tema è stato quello della
previdenza e del welfare: è nato Laborfonds come primo strumento a livello nazionale di previdenza integrativa territoriale, nei Duemila è stata la volta della delega alle province autonome in materia di ammortizzatori sociali che ha portato alla nascita di strumenti imporranti anche oggi. Ora ora c’è da fare un nuovo passaggio di integrazione tra le politiche del lavoro, le politiche industriali e la formazione continua, perché andiamo verso una nuova economia della conoscenza: potremo essere ancora una volta un laboratorio a livello nazionale e anticipare politiche che tengano inseme questi tre fattori».
La costruzione di queste politiche, per i sindacati, deve sempre essere in mano «alle parti sociali, quindi le associazioni datoriali le associazioni sindacali e le istituzioni provinciali competenti: ognuna di queste potrebbe — continuano Bezzi, Alotti e Grosselli — nominare degli esperti locali, nazionali ed europei che abbiano già tutte le visioni del tema».
La proposta si inserisce in un documento con il quale i sindacati toccano anche altri due problemi, più contingenti. I segretari ritengono infatti che, di fronte ai danni provocati dalla pandemia e alle trasformazioni economiche da questa accelerate, si debba procedere, nel mondo del lavoro, in questa fase «come se si trattasse di una vera e propria emergenza. Il calo del Pil, l’invecchiamento della popolazione, anche quella lavorativa, e la transizione ecologica — ragionano — stanno modificando i processi produttivi di tutti i settori economici ad una velocità per certi versi spiazzante». Occorre dunque evitare di «procrastinare ulteriormente i processi di rafforzamento dell’Agenzia del Lavoro attraverso la stabilizzazione e l’assunzione di nuove e più qualificate figure professionali, la predisposizione quindi di un piano straordinario di politiche attive del lavoro per far fronte al blocco dei licenziamenti e la definizione di sostegni selettivi alle lavoratrici e ai lavoratori maggiormente colpiti» in prima battuta per i sindacati gli stagionali del turismo.
Il secondo nodo è quello della conferenza per lo sviluppo, annunciata dalla giunta in occasione del dibattito sulla manovra. «È urgente che la giunta acceleri l’avvio di questo strumento» ribadiscono i sindacati.
Scarica il pdf: Stati generali del Lavoro ART 050121 2 (1)
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