12 marzo 2022 – Corriere del Trentino
Cig, ferie, permessi e turni nei festivi: così le aziende sfidano il caro energia
Dolomiti energia invia una mail alle imprese: «Probabile un aumento significativo dei costi»
TRENTO La lettera sta girando in queste ore fra le imprese clienti di Dolomiti energia. Che, a seguito delle fluttuazioni innescate dalla guerra in Ucraina, ha inviato una mail a dir poco allarmante: se il trend delle quotazioni all’ingrosso di gas ed energia dovesse proseguire (pochi giorni fa i prezzi sono schizzati rispettivamente a 295 euro e 558 euro per megawattora, valore storico) «sarà inevitabile un ulteriore significativo aumento del costo della materia prima per il mese di marzo e per i mesi successivi». Intanto c’è già chi è stato costretto ad avviare la procedura per l’apertura della cassa integrazione (Cig): ieri è arrivata questa notizia anche ai 40 dipendenti dello stabilimento roveretano della D’Amico-D&D (conserve alimentari). C’è chi invece sta facendo ricorso a ferie e permessi, come la Dana (Rovereto) o la Cbe (Trento), che hanno chiesto un sacrificio agli operai.
Così molte aziende trentine ed altoatesine cercano di fronteggiare la quadruplice morsa: caro bollette, aumento dei prezzi delle materie prime, difficoltà nel reperimento di quest’ultime e lo stop delle esportazioni nelle zone di guerra. Una serie di shock che stanno azzerando i margini di guadagno delle imprese, portandole spesso a produrre in perdita. Un costo, quest’ultimo, che non tutte le aziende, specialmente quelle energivore, riescono a sopportare. E così si passa allo stop della produzione. In settimana c’è stato il caso delle Acciaierie Venete, che hanno uno stabilimento anche a Borgo Valsugana con 120 lavoratori, di cui una settantina sono direttamente coinvolti. «L’azienda ha fatto richiesta di cassa integrazione fino a giugno, ma non verrà sempre attivata», spiega Marcello Decarli della segreteria della Uilm del Trentino. Dopo la sospensione della produzione per qualche giorni, da oggi l’attività dovrebbe riprendere. «Da un lato sono riusciti a trovare dei clienti che hanno deciso di assorbire in parte gli aumenti dei costi e dall’altro hanno deciso di produrre nei giorni in cui le quotazioni di energia sono più basse, quindi nei weekend — prosegue Decarli — Ci sarà un’alternanza tra qualche giornata di cassa integrazione e qualche turno nei giorni festivi. I lavoratori hanno capito la situazione». Ieri è arrivata anche la notizia della richiesta di tre mesi di cassa integrazione da parte della D&D.
Altre aziende, invece, come la Dana e la Cbe, sono attanagliate dalla penuria di materie prime. «Agli operai — dice il sindacalista della Uilm — viene chiesto di usufruire di ferie e permessi nei giorni in cui non ci sono materie prime, per poi riprendere il lavoro quando arriva il carico». È infatti delicata la situazione nell’automotive. «Per ora non ci sono casi di fermo produzione , ma potrebbero verificarsi nei prossimi giorni perché in Germania le aziende automobilistiche stanno discutendo se chiedere la cassa», spiega il segretario Asgb Metal, Klaus Schier. «Ovunque andiamo — conclude Michele Guarda, segretario Fiom (Cgil) del Trentino — ci dicono che temono la tempesta». Mentre nei giorni scorsi sono già scattate le ferie forzate per i lavoratori della cartiera lagarina di Pro-Gest, che da lunedì dovrebbe riavviare la produzione. Cassa integrazione, invece, per i 40 dipendenti della Faustig di Varna, azienda altoatesina di lampadari che esporta in Russia.
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