IL T – 29 gennaio 2023
Cig più alta del pre-Covid. Fedrigoni, nuovo stop in vista
L’economia torna a ingranare dopo il rallentamento imposto nel 2020 dalla pandemia e l’anno successivo dagli strascichi delle limitazioni sanitarie e delle riduzioni degli spostamenti. Eppure, il mercato non è ancora tornato alla stabilità pre-pandemica. Le ore di cassa integrazione autorizzata nel 2022 hanno raggiunto quota 1,46 milioni in Trentino. L’ultimo dato pubblicato dall’Osservatorio Inps, relativo a dicembre, riporta 179 mila ore si stop messe in conto dalle imprese. A farne maggiore richiesta, in provincia, il settore chimica, petrolchimica e gomma, l’industria meccanica e le realtà legate alla carta, alla stampa e all’editoria. Ed è in quest’ultimo comparto che si prepara una nuova frenata.
Si parla al momento «di piccole fermate sparse» per cui il Gruppo Fedrigoni ha chiesto l’attivazione della cassa integrazione preventiva. Venerdì 27 gennaio, l’azienda ha tenuto una riunione plenaria in modalità telematica. Occasione in cui la dirigenza si è confrontata con le segreterie nazionali e le segreterie territoriali dei sindacati. «La proprietà è stata rassicurante. Ci ha parlato di numeri buoni, di un ottimo fatturato e di investimenti, nonché del consolidamento delle quote di mercato. La buona notizia riguarda il risultato pdr 2022, che avrà un importo record rispetto ai precedenti. Mentre molti competitor hanno chiuso riducendo organici e chiudendo stabilimenti produttivi», spiega Alan Tancredi, segretario generale di Uiltec del Trentino. La notizia meno positiva è che «nonostante la solidità del gruppo, di riflesso a un’ulteriore frenata del mercato, gli stabilimenti avranno piccole fermate sparse da febbraio ad aprile».
Dopo la corsa nei primi 9 mesi dell’anno passato, per le cartiere è arrivata di colpo la frenata. I clienti avevano già riempito i magazzini e gli ordinativi hanno subito un blocco. Scia che prosegue e che ha portato Fedrigoni a «richiedere l’apertura della cassa integrazione cautelativa per 90 giorni». Le ragioni della sospensione sono appunto le contrazioni degli ordini di vendita, che portano l’azienda con sede legale a Verona a dover rimodulare e adattare alla situazione di mercato la produzione. E quindi a fermare le macchine, se necessario. I due stabilimenti interessati in Trentino sono quelli di via Varone a Riva del Garda e di via Linfano ad Arco. Rispettivamente di 158 e 181 dipendenti. Per un totale di 339 lavoratori potenzialmente interessati dallo stop tra il 6 febbraio e il 30 aprile. «Il 2 febbraio — spiega Tancredi — le Rsu di alcuni stabilimenti sono già convocate per definire i periodi di fermo». Prima ancora ad Arco. Chi ne avrà la possibilità, all’attivazione della cassa, potrà utilizzare giornate di ferie.
In dicembre, il settore della carta ha fatto richiesta per l’attivazione di 5.186 ore di cassa integrazione. Una quota marginale rispetto al settore chimico, pretrolchimico e della gomma (103.583) e all’industria meccanica (56.945). Qualcosa in meno anche rispetto all’artigianato edile (5.200). A dicembre, le richieste di Cig nell’industria sono arrivate a 168 mila ore, il 61% dal settore chimica e gomma.
Scarica il pdf: IL T Fedrigoni ART 290123
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