24 marzo 2021 – Corriere del Trentino

Classi in quarantena dimezzate. La zona rossa «aiuta» la scuola

Bisesti: «Infanzia, prolungamento a luglio? È un’ipotesi». La Uil: 29 in aula, bene

La zona rossa a qualcosa serve: le classi in quarantena in Trentino sono scese dal massimo di 192 del 15 marzo a 109 dopo una decina di giorni di didattica a distanza. In calo anche il numero di studenti positivi, che nella settimana prima del cambio di colore erano 314. Il picco dei contagi, dicono i dati della Provincia, è stato all’inizio del mese e ha riguardato soprattutto gli under-14. È quanto emerge dal confronto tra sindacati e il dirigente generale.

La didattica a distanza dei primi dieci giorni in rosso del Trentino prevede comunque diverse eccezioni. Nelle scuole d’infanzia continuano ad andare 1054 figli di sanitari e 397 bambini con bisogni educativi speciali, per un totale di 1452 alunni, di cui buona parte nelle scuole equiparate. «Soltanto 41 scuole d’infanzia rimangono chiuse per mancanza di richieste» fa notare Cinzia Mazzacca di Cgil-Flc. «Per questo non capiamo l’idea di Fugatti di prolungarne l’apertura di un mese a luglio». «Nessuna decisione definitiva, è un confronto ancora aperto» risponde l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. «Teniamo conto di tutte le istanze, tra cui quelle delle famiglie che purtroppo devono tenere il figlio a casa».

Dalle elementari alle superiori invece hanno continuato la scuola in presenza fissa un ragazzo con disturbi dell’apprendimento su quattro e il 75% degli studenti con disabilità, nonché 973 alunni con «disagi di altra natura», per esempio culturali o linguistici. In presenza hanno continuato ad essere anche i laboratori, in media 18 ore a settimana per le scuole professionali e tra le 5 e le 10 ore per licei e istituti tecnici. Per seguire le lezioni da casa sono stati distribuiti dalla Provincia 5359 dispositivi a fronte di 6189 richieste.

Su laboratori e ragazzi con bisogni educativi speciali si sono sollevate le critiche dei sindacati per la disomogeneità esistente tra le diverse scuole. Uil Scuola denuncia che «vi sono istituti scolastici che aggirano le norme predisponendo come laboratoriali attività che con i laboratori non hanno nulla a che fare» come italiano e matematica, mentre sui bisogni educativi speciali Mazzacca indica che «alcune scuole hanno richiesto la presenza dei soli assistenti educatori, che aiutano il ragazzo ma non fanno didattica, altre hanno in presenza anche i docenti di sostegno, altre ancora prevedono in classe i primi due coi docenti curriculari. Ci vorrebbe più uniformità». Sebbene i sindacati ribadiscano di avere «a cuore il principio costituzionale dell’autonomia scolastica, ci disturba venga citato per non assumere responsabilità a livello provinciale. In questo momento vi sono indicazioni sanitarie superiori», recita la nota Uil. «Noi diamo indicazioni di base e di sistema» risponde l’assessore Bisesti. «Credo che l’autonomia scolastica sia un valore, che permette di rispondere in maniera migliore alle diverse esigenze delle singole scuole. A volte uniformare tutto dall’alto non è la scelta migliore».

Intanto, lo ha confermato l’assessore, lunedì potrebbero tutti tornare in classe, in caso di zona arancione. Uil Scuola la definisce «una buona notizia!», mentre Cgil esprime perplessità. «Forse sarebbe meglio aspettare il dopo-Pasqua, anche per non costringere le scuole a riorganizzare tutto di nuovo» afferma Mazzacca. «In più il direttore sanitario di Apps, Antonio Ferro, diceva che dopo Pasqua si può riaprire in sicurezza col 70% di personale vaccinato. Mi chiedo se aprire prima non comprometta la sicurezza dei lavoratori».

 

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