16 febbraio 2021 – Corriere del Trentino
Classi in quarantena: undici in più in un giorno. I sindacati: «A rischio i lavoratori più anziani»
TRENTO L’andamento è in crescita: rispetto alle 37 classi in quarantena registrate nel bollettino di domenica, ieri il report diffuso dall’Azienda sanitaria ha fatto salire il dato a quota 48. Del resto, proprio l’incremento dei casi di contagio tra i giovani è stato al centro del confronto tra i sindacati e il direttore del dipartimento prevenzione Antonio Ferro, durante il quale si è fatto il punto anche sul piano di vaccinazione dei docenti.
Ma ieri si è partiti proprio dal nodo dell’aumento dei contagi. Che se, al rientro delle vacanze di Natale, aveva interessato in primo luogo i bimbi delle scuole dell’infanzia, ora sembra coinvolgere maggiormente i ragazzi delle scuole superiori. Su questi dati, ha chiarito Ferro, si dovrà capire l’eventuale influenza della variante inglese. Nessuna prospettiva, almeno per ora, di un cambio di rotta sul fronte dell’organizzazione scolastica: i bambini e i ragazzi, in sostanza, rimangono in classe (al 50% alle superiori). Ma si sta valutando se modificare alcuni protocolli e rendere più stingenti le protezioni soprattutto per chi lavora a contatto con i più piccoli (magari facendo utilizzare la mascherina Ffp2). «In questa situazione — ha detto Cinzia Mazzacca, segretaria provinciale Flc Cgil — per noi è prioritario rafforzare le misure di sicurezza sanitaria potenziando il tracciamento dei contagi, ma anche rivedendo i protocolli sanitari definiti a settembre e rendendo obbligatori dispositivi di sicurezza individuali più adatti alla nuova situazione, come le mascherine Ffp2».
E se qualche timore si respira per l’aumento dei casi di contagio tra i bambini e i ragazzi, a diventare strategico secondo i sindacati è il piano vaccinale del corpo insegnante. Che, però, presenta ancora alcuni punti in sospeso.
Ieri Ferro ha comunicato che solo la metà dei medici di base ha dato disponibilità per somministrare i vaccini AstraZeneca. Un problema che dovrà essere risolto anche per garantire punti fermi agli insegnanti (ossia chiarire a quale medico dovranno rivolgersi per la somministrazione del siero). «Condividiamo con il dipartimento — ha detto ancora Mazzacca — l’importanza di vaccinare il personale scolastico, ma perché la campagna sia efficace serve una seria e trasparente campagna di informazione e un’organizzazione funzionante. Al momento sembra che la Provincia annaspi su entrambi i fronti». E ha aggiunto: «C’è poi il nodo dell’efficacia di questo vaccino: nella scuola una fetta importante del personale ha più di 55 anni e attualmente AstraZeneca non può essere somministrato agli over 55». Preoccupazione condivisa anche da Carlo Dorigatti, della Uil Scuola: «Vaccinare prima il personale under 55 solleva una contraddizione. Di fatto, si lascia scoperta dalla vaccinazione la fascia più debole, ossia quella con età più alta e quindi potenzialmente più fragile di fronte al virus».
A tranquillizzare le parti sociali è stato Ferro, che ha fissato l’obiettivo per il vaccino AstraZeneca alle persone fino ai 65 anni. «Il vaccino — ha sottolineato ancora Ferro — offre comunque una copertura e nel caso un soggetto contraesse il virus sarebbe più protetto dalle forme gravi».
Nonostante le rassicurazioni dell’Azienda sanitaria, i sindacati hanno chiesto di avviare, insieme alla Provincia e in tempi molto rapidi, una campagna di informazione per chiarire i dubbi e fornire tutte le notizie necessarie sulle caratteristiche dei vaccini e sulla loro reale efficacia.
Sindacati e Azienda sanitaria hanno concordato infine di riconvocare un incontro a stretto giro di posta quando ci saranno certezze maggiori sui vaccini e sulla presenza di varianti in provincia.
Scarica il pdf: scuola ART 160221 2
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