Corriere del Trentino – 17 settembre 2023

«Commercio, rivoluzione possibile»

Un piacevole e tanto atteso ritorno al passato per i commercianti, che scalpitano per riottenere la piena autonomia decisionale sull’orario di apertura e chiusura dei loro negozi, a distanza di dodici anni dall’ultima volta. Era il 2011 quando, durante il governo Monti, il Trentino-Alto Adige ha perso questa competenza in seguito alla grande liberalizzazione che, inevitabilmente, colpì molti settori del commercio.
In questi ultimi due anni il tema è stato esaminato dai governi che si sono susseguiti, senza però compiere il passo decisivo per arrivare ad un regolamento autonomo favorevole per la nostra regione. Mercoledì prossimo però la situazione potrebbe cambiare: la Commissione paritetica dei dodici si riunirà per valutare la questione, esaminando le modifiche che il nuovo ministero delle Imprese e del made in Italy ha apportato al testo definitivo.
Tra gli esperti prevale un cauto ottimismo, giustificato da Gianni Gravante, presidente di Federmoda del Trentino-Alto Adige: «Questa notizia ha fatto parecchio rumore. Dalle telefonate che mi sono arrivate sembra che sia già tutto fatto, ma non è così. Il passo importante sarà mercoledì con la Commissione dei dodici e dopo, con eventuali risposte positive, si aprirà un percorso lungo e complesso: una prima fase istituzionale con il confronto tra i governi sull’asse Roma-Trento-Bolzano e poi una seconda parte legata alle forze imprenditoriali e sindacali. Come spesso accade ci saranno diverse scuole di pensiero, in relazione anche al nuovo governo provinciale che si formerà in seguito alle prossime elezioni. Si tratta di una potenziale rivoluzione che non riguarda solamente l’apertura e la chiusura dei negozi, ma anche tutto l’assetto organizzativo: non può essere l’inizio della liberalizzazione, ci vuole calma. Vedremo cosa succederà nell’incontro di mercoledì».
Grande soddisfazione anche e soprattutto sulla sponda sindacale che, da molti anni chiede a gran voce un provvedimento di questo tipo, con l’obiettivo di migliorare la vita dei lavoratori e delle lavoratrici e permettere una gestione più elastica del turismo territoriale, come spiegato da Walter Alotti, segretario generale della Uil in Trentino: «I gruppi di Uil e UilTucs, quest’ultimo riferito a tutta la regione, sono da sempre favorevoli a questo tipo di autonomia. È dal 2020 che spingiamo per riottenerla, perché la situazione attuale deve essere migliorata: l’obbligo di tenere aperto comporta una vita difficile per i lavoratori ma anche per le aziende, soprattutto in Alto Adige, dove non si trovano dipendenti. Avere la possibilità di gestire autonomamente gli orari dei servizi commerciali permetterebbe una maggiore flessibilità, soprattutto nei giorni festivi, che rappresentano il problema principale. Inoltre, si riuscirebbe a gestire meglio la propensione al turismo nei singoli territori trentini: è assurdo che in zone non turistiche si tenga aperto h24 per tutta la settimana, solo perché lo prevede la legge».
L’ostacolo da superare sarà la Commissione dei dodici, ma le carte sono in tavola e l’ottimismo cresce perché, a meno di clamorosi colpi di scena, sembra sempre più vicino il ritorno all’autonomia commerciale per le nostre Province, che manca ormai da troppo tempo.
Intanto in Alto Adige la Confesercenti manifesta cautela. «Aspettiamo che succeda, poi valuteremo» afferma la presidente di Confesercenti Alto Adige, Elena Bonaldi, spiegando di voler attendere il momento opportuno prima di trarre considerazioni sulla proposta di regolamentazione autonoma degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Per le valutazioni bisogna quindi attendere, ma la presidente Bonaldi sottolinea quanto rimanga fondamentale «utilizzare il buon senso». Bonaldi conclude: «Bisogna innanzitutto capire se riacquisteremo la competenza e solamente in un secondo momento si potrà passare ad una rivalutazione insieme alle altre associazioni di categoria. Dal momento che gli anni passano, cambiano i presupposti e l’unica valutazione plausibile è una valutazione in essere». In precedenza era intervenuto anche il presidente dell’altra associazione di categoria altoatesina, Philipp Moser dell’Unione commercio, il quale aveva auspicato «una regolamentazione autonoma degli orari di apertura».
Nel dibattito intervengono anche i sindacati. Antonella Costanzo, segretaria della Filcams – Cgil altoatesina, ricorda come «la regolamentazione potrebbe essere d’aiuto solamente dal momento in cui non vengano lasciati in secondo piano altri fattori». Costanzo ribadisce che raggiunta una tale competenza non si possono comunque considerare risolte molte delle problematiche relative agli esercizi commerciali.
«Tra le tematiche da affrontare — avverte la sindacalista — vi sono l’organizzazione del lavoro, la carenza di forza lavoro e le condizioni dei lavoratori. I lavoratori faticano ad arrivare a fine mese, di conseguenza hanno la necessità di lavorare nel fine settimana. Alla regolamentazione — conclude Antonella Costanzo — deve seguire la domanda relativa alla conseguente forza lavoro da impiegare».

 

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