Commercio, turismo e servizi. 35 mila lavoratori attendono i contratti
Oggi a Bologna l’assemblea unitaria di Filcams, Fisascat e uiltucs. I) rinnovi mancano a livello nazionale per 7milioni di addetti
Sono 7 milioni in Italia, 35mila in Trentino, le lavoratrici e i lavoratori del commercio, del turismo e del terziario che attendono il rinnovo dei loro contratti. Se ne è discusso oggi a Bologna in un’assemblea unitaria di Filcams, Fisascat e Uiltucs a cui hanno partecipato anche i tre segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti, insieme ad oltre mille delegati provenienti da tutta la penisola.
Obiettivo sollecitare un avanzamento dei negoziati e denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori del settore.
I sindacati stigmatizzano l’ingiustificato atteggiamento dilatorio delle controparti in riferimento alle trattative di rinnovo nei macrosettori del Terziario (Terziario Distribuzione Servizi, DMO, Distribuzione Cooperativa), del Turismo (Alberghi, Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva e Commerciale ed Agenzie di Viaggio), delle Aziende Termali, del Lavoro Domestico, dell’Acconciatura ed Estetica e degli Studi Professionali. Comparti che scontano un ritardo nei rinnovi contrattuali pari in media a oltre 3 anni, con la conseguente inadeguatezza dei trattamenti economici e normativi rispetto a una realtà profondamente mutata, in seguito alla crisi pandemica e bellica e alle dinamiche inflazionistiche fuori controllo.
“I ritardi sono inaccettabili anche perché dopo la pandemia che ha visto molti di queste lavoratrici e lavoratori pagare un prezzo altissimo – sottolineano Bassetti, Avanzo e Pichetti – anche in Trentino questi settori sono in ripresa e hanno recuperato con l’aumento dei fatturati anche l’impatto dell’inflazione. E’ ora che questa maggiore redditività ricada anche sui dipendenti con rinnovi contrattuali in grado di rispondere all’aumento del costo della vita. Migliori retribuzioni e migliori condizioni di lavoro sono anche l’unica risposta alla difficoltà di reperire manodopera, che le aziende tanto lamentano”.
Il terziario di mercato ha pagato a caro prezzo la grave situazione pandemica che nel 2020 ha sconvolto la vita di milioni di persone. A partire dal marzo del 2020, gli addetti della distribuzione commerciale e del lavoro domestico si sono trovati ad affrontare in prima linea l’emergenza, mettendo in gioco la propria vita, mentre i lavoratori del turismo, del comparto termale e dell’acconciatura ed estetica hanno dovuto fare i conti con le chiusure imposte dal governo e sono stati costretti a fermarsi, alcuni senza più tornare al lavoro. Oggi invece, mentre i settori interessati registrano una ripresa e un aumento dei fatturati, quell’emergenza ha le sembianze di una crisi economica che schiaccia il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori e frena una ripresa necessaria per l’intero sistema Paese. Tutti i contratti nazionali di categoria vanno rinegoziati e sbloccati subito, altrimenti si intaccherà in profondità l’economia del paese, mettendo a rischio la tenuta sociale.
Trento, 21 luglio 2023
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