9 marzo 2018 – Corriere dell’Alto Adige
Commercio e turismo, Uiltucs accelera sulle tutele «Liberalizzazione folle, la competenza sia locale»
Commercio, regolamentazione degli orari di apertura e importanza della mediazione del sindacato. Sono alcuni dei punti cardine emersi ieri nel corso del secondo congresso regionale della Uiltucs Trentino Alto Adige, il compartimento della Uil dedicato al turismo, al commercio e ai servizi. A preoccupare maggiormente il sindacato, la liberalizzazione «folle» delle aperture a seguito del decreto «Salva-Italia», con le catene locali che in questi anni sono sfuggite alla discussione trilaterale sindacato-politica-imprese. «L’organizzazione del lavoro è stata completamente stravolta — ha spiegato il segretario generale Walter Largher, che ieri è stato rieletto per i prossimi quattro anni— ormai vediamo part-time con orari gestiti settimanalmente o giornalmente, recuperi costanti delle ore di straordinario svolte poi quando servono all’azienda e recuperate quando servono, ancora, all’azienda. E poi ancora aperture lanciate verso quota 365 giorni all’anno, orari serali fino alle 21 e richiesta di flessibilità totale piegata esclusivamente alle necessità dei consumatori ». Un argomento che coinvolge in prima persona anche la politica locale: «Questa norma ha disarcionato le competenze regionali e provinciali, rendendo la liberalizzazione eccesiva e finendo per svilire la qualità del lavoro—ha detto Alessandro Olivi, assessore allo sviluppo economico e al lavoro della Provincia di Trento —sono state tolte le tutele ai lavoratori, incidendo in maniera devastante sul welfare familiare: nei prossimi mesi, con l’instaurarsi del nuovo governo, le Province di Trento e Bolzano insisteranno sull’argomento, presentando nuovamente richiesta al Parlamento per fare in modo che questa materia possa tornare ad essere regolata dai territori, anche con l’inserimento di una norma d’attuazione allo statuto d’autonomia. Le zone simili alla nostra come Germania, Austria, Tirolo o le Alpi francesi — ha aggiunto — hanno precisi sistemi di regolarizzazione degli orari di apertura, eppure non si è verificato alcun arretramento nella qualità del turismo e del commercio, anzi, si è rafforzata la tipicità dell’offerta». Olivi ha però chiesto un aiuto anche alle imprese: «Dovrebbero essere loro in primis a percorrere questa strada, per difendere la loro stessa qualità». Positivi i dati sul turismo, che in Trentino nell’estate 2017 hanno fatto segnare un +8,8% in termini di arrivi negli esercizi alberghieri e complementari e un +7,2% nelle presenze rispetto al 2016: un totale di 9 milioni e mezzo di pernottamenti, il miglior risultato di sempre. In Alto Adige gli arrivi superano il valore dell’estate 2016 del 4,5% e le presenze si attestano a 20,4 milioni, ovvero il +3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In aumento i turisti germanici e quelli italiani, con i primi che rappresentano, con il 52,8% di presenze, la fetta più cospicua del turismo altoatesino. «Dobbiamo però registrare in Trentino il permanere di una totale assenza di relazioni sindacali, di una pericolosa ricerca di ulteriore flessibilità nei rapporti di lavoro e di un inutile quanto dannoso contenimento del costo del lavoro a discapito della professionalità dei lavoratori del settore — ha precisato Largher — è evidente la necessità di un nuovo contratto territoriale per l’Alto Adige e un “primo” contratto per il Trentino».
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