Comunicato stampa unitario Feneal UIL Filca Cisl Fillea CGIL Loppio Busa
Nel cantiere di realizzazione della galleria Loppio Busa i lavori sono ripresi da tempo dopo la lunga pausa imposta dalle misure di contenimento della pandemia da COVID 19. E, con essi, purtroppo, anche i problemi legati al rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati nel cantiere più grande attualmente attivo in Provincia di Trento. Da tempo le Organizzazioni sindacali lamentano la non corretta applicazione da parte del consorzio SAC costruzioni di Torrecuso (Benevento) del contratto nazionale e di quello provinciale, con il mancato pagamento agli operai in busta paga degli straordinari, delle indennità di galleria, a fronte di una prestazione di lavoro suddivisa per turni di undici ore, diurni e notturni. Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL, durante lo scorso anno, al termine di un duro confronto che aveva visto anche il coinvolgimento diretto della Provincia autonoma di Trento, erano riuscite ad imporre nel cantiere all’azienda di Benevento un sistema di rilevamento delle presenze, con l’introduzione di badge e timbratori. Ad oggi, tuttavia, molti lavoratori lamentano la mancata consegna dei badge e la corresponsione di sole otto ore di lavoro in busta paga, a fronte di straordinari prestati, peraltro in maniera non conforme rispetto alle direttive del CCNL, fino ad 11 ore giornaliere. Le indennità previste per il lavoro in galleria non vengono corrisposte, se non in parte. Ancora più grave è il trattamento riservato a chi, tra i lavoratori, anche per tramite delle organizzazioni sindacali, chiede all’azienda il pagamento di quanto spettante e la corretta applicazione del CNNL e del CCPL. Chi cerca un po’ di giustizia, si ritrova quindi demansionato, a lavorare fuori dalla galleria “in punizione” o addetto a mansioni di guardiania. Una situazione inaccettabile, della quale è stato messo al corrente l’ispettorato del lavoro della Provincia autonoma di Trento. Infine, si evidenzia come, a distanza di mesi dall’ultimo incontro avvenuto in teleconferenza alla presenza del dirigente provinciale Raffaele De Col, non siano ancora state chiuse le vertenze lavorative da tempo aperte. Non rimane che confidare in un pronto intervento – questa volta risolutivo – da parte della PAT che, da qualche mese a questa parte, nonostante numerosi avvisi, si è ridotta a spettatrice, di fronte all’evidenziato mancato rispetto delle più elementari norme del contratto provinciale e nazionale dell’edilizia. Quasi che tutto sia concesso, pur di recuperare l’enorme ritardo accumulato – non per colpa degli operai! – nella realizzazione di quest’opera essenziale per la viabilità trentina. E si confida nell’intervento della PAT avendo ormai rinunciato a trovare possibili soluzioni dal confronto con SAC costruzioni, abilissima a negare riscontri e ad allungare i tempi di soluzione delle controversie all’infinito. Ci si chiede infine come, nella nostra ancora ricca Provincia, sia stato possibile affidare la realizzazione dei lavori ad un’azienda che ha dato prova fin dai primi giorni, di disconoscere il contratto provinciale e i diritti dei lavoratori. In ogni caso, prima di decidere la proclamazione dello stato di agitazione in cantiere, Feneal Uil, Filca CISL e Fillea CGIL si rendono disponibili ad un ultimo incontro nel tentativo di ricercare, per l’ultima volta, una soluzione alle tante vertenze aperte.
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