01 giugno 2022 – Corriere del Trentino

Comunità, Gottardi frena i sindaci. L’accusa dei sindacati: «Questa è una non riforma»

TRENTO Non sono solo i sindaci a contestare la riforma istituzionale firmata da Mattia Gottardi. Anche sindacati e opposizioni in consiglio vanno all’attacco e parlano di una «non riforma».
«Nulla o poco cambierà con la legge Gottardi — scrivono in una nota i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — Dopo anni di commissariamento delle comunità di valle la montagna ha prodotto un topolino e non ci sarà nessuna vera riforma dell’assetto istituzionale trentino». Ne sono certi Cgil Cisl Uil che oggi esprimeranno le loro perplessità anche in prima commissione. «Anche in questa occasione la giunta Fugatti non affronta i nodi e rimanda le riforme di sistema preferendo non assumersi la responsabilità di compiere scelte coraggiose – fanno notare i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — Di fatto poco cambia e soprattutto non si affrontano i nodi critici».
A cominciare, secondo i sindacati, dal potenziamento del personale delle autonomie locali. «Le nuove comunità non potranno assolvere alle nuove funzioni se già oggi le amministrazioni locali sono in enorme affanno per la carenza di risorse umane — incalzano — Nella proposta di legge infatti nulla si dice sul rafforzamento dei servizi pubblici a livello locale, nulla si dice di quale assetto, quali rapporti, quali dimensioni debbono avere i diversi livelli istituzionali dell’autonomia».
E in merito alla governance Cgil Cisl Uil condividono le critiche del Cal, in particolare sulle figure eleggibili per la figura di presidente della Comunità e sulle funzioni dei segretari comunali. «Se questo fosse stato un percorso realmente condiviso e se veramente la giunta volesse riconoscere maggiore potere agli enti locali le proposte del Cal sarebbero già state recepite. Come nessuna concertazione c’è stata fino a oggi con le organizzazioni sindacali. Anche sul fronte del ddl Gottardi abbiamo constatato una totale assenza di confronto con le nostre organizzazioni», concludono i tre segretari.
Anche Alessio Manica (Pd) parla di «montagna che ha partorito il topolino. Doveva essere una riforma fatta per i Comuni, peccato che proprio i sindaci — continua — siano ora i più critici nei confronti della proposta. In sintesi la riforma delle Comunità di Valle si dimostra un fallimento su tutta la linea ancora prima di vedere la luce» riflette il consigliere provinciale. Per Manica il ddl prodotto dalla giunta «contiene infatti solo qualche proposta di riforma. Ma l’aspetto più avvilente è che la proposta è stata quasi completamente respinta dal Consiglio delle autonomie locali, e in particolare dai sindaci Nei fatti della famigerata riforma non resta quasi nulla, e deve ancora essere approvata. Mi chiedo se ora non varrebbe la pena fermarsi un attimo cestinare il poco fin qui prodotto e ricominciare da capo».

 

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