Con i 468milioni dello Stato subito risposte su contratti, famiglie e sanità. Cgil Cisl Uil: ci sono le risorse per gli aumenti ai pubblici e indicizzare i benefici provinciali
“Non ci sono più scuse. Con l’intesa di oggi arriveranno già da quest’anno risorse importati che mettono Piazza Dante nelle condizioni di dare risposte immediate sui contratti, sul welfare per le famiglie e sulla sanità. Non c’è tempo da perdere”. E’ quanto commentano i segretari di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti al margine della firma tra lo Stato e le due Province Autonome del protocollo sulle accise arretrate per gli oli da riscaldamento domestico. Un accordo che porta alla Provincia di Trento 468 milioni, 40 dei quali verranno versati entro l’anno e la quota restante entro il 2027. A queste risorse l’accordo ne aggiunge ulteriori 25milioni l’anno come riduzione della somma con cui Piazza Dante concorre al risanamento del debito statale. “Il protocollo chiude una partita importante per il nostro territorio. Pur restando convinti che si potesse arrivare alla conclusione in tempo per l’assestamento di bilancio, crediamo che la Provincia debba mettere subito a terra queste risorse”.
Cgil Cisl Uil hanno le idee chiare sulle priorità a cui dare risposte. A cominciare dal rinnovo dei contratti del sistema pubblico locale. “Quaranta mila lavoratori attendono gli aumenti contrattuali previsti. La Giunta invii nel più breve tempo possibile le direttive ad Apran per aprire la trattativa e far arrivare quanto prima l’anticipo degli aumenti contrattuali nelle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori. Allo stesso tempo ci sono i margini per completare il rinnovo sulle annualità 2023 e 2024”.
Accanto ai pubblici le tre sigle sottolineano anche l’urgenza di rinnovare i contratti per gli addetti delle cooperative sociali, senza rinnovo nazionale da 4 anni e senza contratto provinciale da ben 15 anni. “Su questi 9mila addetti ruota la tenuta di buona parte del welfare sociale trentino. Si integrino, dunque, le risorse stanziate in assestamento, compensando la perdita del potere d’acquisto almeno con una mensilità aggiuntiva”.
Dunque il capitolo sanità, da anni in affanno. I sindacati chiedono investimenti per la medicina territoriale, per il sostegno alla prevenzione e per il fondo sull’invecchiamento, per l’integrazione socio-sanitaria e assistenziale. “Vanno adeguati gli stanziamenti di fronte ai bisogni crescenti delle famiglie e dei soggetti più fragili. In questi anni abbiamo assistito ad un ridimensionamento pericoloso di questi servizi”.
Infine un tasto su cui Cgil Cisl Uil battano instancabilmente da mesi, cioè l’adeguamento all’inflazione dei benefici provinciali e l’indicizzazione dell’Icef. “L’inflazione ha ridotto il valore reale delle misure di welfare provinciale, dall’assegno unico all’assegno di cura. La Giunta ha sempre rimandato al mittente la nostra richiesta adducendo come giustificazione la scarsità di risorse. Con la firma di oggi questo problema non esiste più”. Anche perché, ricordano i sindacati, la crescita economica è in rallentamento e se ne vedono già gli impatti con l’aumento delle ore di cassa integrazione. “Lavoratrici e lavoratori da oltre un anno sopportano il peso dell’inflazione che ha fortemente ridotto la loro capacità di spesa, si delinea un periodo altrettanto complesso con l’autunno. Per questa ragione bisogna urgentemente alzare l’importo dei sostegni provinciali, finanziare le misure integrative per i cassintegrati e sostenere le politiche del lavoro attraverso Agenzia per sostenere chi dovrà affrontare un periodo di transizione lavorativa”, concludono.
Trento, 25 settembre 2023
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