15 febbraio 2017 – Corriere del Trentino
Consiglio regionale, i privilegi da tagliare
di Gabriele Hamel e Rolando Castagnera*
Oggi dovrebbe essere discusso nell’aula consiliare regionale il disegno di legge di iniziativa popolare promosso da Acli, Cgil-Cisl- Uil, Cia, Arci, Confesercenti e Legambiente che prevede un tetto di 7.500 euro lordi mensili per le indennità dei consiglieri, con un rimborso spese massimo di 500 euro, nonché la soppressione di ogni trattamento pensionistico da parte della Regione e riduzioni specifiche per i presidenti di Giunta e Consiglio e per gli assessori regionali. Con l’auspicabile voto favorevole del Consiglio, cesserebbe quindi il trattamento di favore per i consiglieri regionali per quanto riguarda l’età pensionabile e lo scenario previdenziale verrebbe parificato alle condizioni valide per i lavoratori dipendenti.
Diecimila cittadini, firmando la proposta di legge, hanno chiesto un segnale di vicinanza e di sobrietà ai propri rappresentanti in un momento di diffusa difficoltà per tante persone e imprese. Dopo un iter travagliato e non di certo agevolato dai consiglieri malpancisti, la Commissione consiliare ha comunque consentito il passaggio alla discussione in aula: questa era la premessa per poter dar seguito all’approvazione del testo ed è, quindi, una buona notizia.
Un eventuale voto negativo da parte dell’aula consiliare non potrà giustificarsi dietro la scusante della riforma del 2014 che ha già ridotto le indennità dei consiglieri e cancellato i vitalizi pro futuro. Il disegno di legge di iniziativa popolare è infatti necessario e imprescindibile completamento del percorso, correttamente ma insufficientemente già iniziato nell’attuale consiliatura.
La fine del bipolarismo nazionale e la contestuale nascita di partiti e movimenti di rottura istituzionale hanno coinciso con l’ondata di sdegno dei cittadini dopo la lettura dei libri di Stella e Rizzo che hanno ben evidenziato, ormai un decennio fa, gli ignobili privilegi di cui la rappresentanza politica nazionale e regionale si circondava. L’esplosione della crisi finanziaria, divenuta crisi economica e sociale, ha reso quei privilegi totalmente fuori dal tempo e dai tempi, ma la classe politica non ha saputo in anticipo autoriformarsi, provocando la sfiducia generalizzata nei suoi confronti che permane tuttora tra i cittadini. Alle crisi del credito e dell’economia si è infatti aggiunta puntualmente anche la crisi dei partiti e della rappresentanza politica.
In Regione nel 2014 è stato fatto un primo passo per diminuire lo iato tra società politica e società civile ed è ora tempo che, per la crisi partitica, vengano scritte le ricette per il suo definitivo rientro e la contestuale risoluzione.
La situazione esplosiva europea ed estremamente delicata anche in Italia dovrebbe far comprendere ai consiglieri regionali che almeno nella nostra terra è quanto mai necessario rinforzare i legami tra rappresentante e rappresentato per impedire che la società liquida teorizzata da Bauman minacci la democrazia e le conquiste del secondo dopoguerra. Auspichiamo pertanto che anche le basi degli altri partiti si uniscano a questo appello prima che i movimenti populisti prendano il sopravvento.
La funzione della classe dirigente dovrebbe essere quella di arricchire i cittadini e non sé stessa. Su tutto ciò si esprimerà dunque il consiglio regionale.
* Gli autori sono rispettivamente il segretario e il tesoriere del Circolo Pd di Riva del Garda – Tenno – Nago Torbole
Scarica il pdf: privilegi ART 150217
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