20 novembre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

Contratti pubblici, in piazza per il rinnovo. «Necessario dare risposte ai lavoratori». Venerdì la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil. Pallanch: far ripartire l’economia con il comparto

TRENTO Arriveranno da Borgo Valsugana, Riva del Garda, Storo, Cavalese, Malè: insomma, da tutti gli angoli del Trentino. Secondo gli organizzatori, saranno centinaia i lavoratori che venerdì risponderanno alla chiamata dei sindacati confederali della funzione pubblica (Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) che lanciano una grande mobilitazione per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Ma non solo. «Si tratta anche di riconoscere il sistema di competenze, la qualità dei nostri servizi, l’arricchimento professionale dei nostri dipendenti e del loro impegno nel portare in alto il nome del Trentino — spiega il segretario generale della Cisl Fp Giuseppe Pallanch — si tratta di far ripartire l’economia con il lavoro pubblico a fare da volano».
Del resto, sottolinea Pallanch, lo ha certificato la Cgia di Mestre, «che non è un sindacato ma un centro studi di un’associazione degli artigiani: se la pubblica amministrazione del Trentino ci fosse in tutta Italia il Paese disporrebbe di 30 miliardi in più di Pil».
L’assemblea sindacale unitaria è in programma alla sala della Cooperazione in via Segantini a Trento: al centro della contesa l’assenza di risorse annunciata dal governatore Maurizio Fugatti e dall’assessore Achille Spinelli per il rinnovo del contratto nel triennio 2019/2021. «Le uniche poste sul tavolo sono l’indennità di vacanza contrattuale, che è dovuta, e dovrebbe già essere stata erogata ad aprile e luglio — evidenzia Luigi Diaspro (Fp Cgil) — e un contributo del 50%, cioè 37,50 euro, per l’iscrizione dei familiari dei dipendenti pubblici al Sanifonds, ma questa questione fa parte di un tavolo, il rinnovo del contratto e questo contributo non possono essere merce di scambio. Fugatti e Spinelli ci dicono che ciò è dovuto alla contrazione delle risorse, a partire dal 2020, per circa 250 milioni nel bilancio provinciale e all’incertezza per i contenuti della manovra nazionale che potrebbe avere conseguenze sul Trentino. La riduzione delle risorse nel bilancio provinciale è però fatto noto sin dal Patto di Milano del 2009, e dunque non si comprende perché debba valere solo oggi e solo per i comparti pubblici. Così come è noto che dal 2019 il Trentino versa allo Stato per risanare il debito 214 milioni in meno rispetto agli anni precedenti. E la manovra nazionale prevede 2,775 miliardi per il pubblico impiego».
Il rinnovo dovrebbe interessare circa 23.000 dipendenti pubblici, 15.000 impiegati in Provincia, Comuni, Comunità di valle, Apsp ed enti di ricerca pubblici, gli altri 8.000 lavoratori del settore della sanità (mentre il personale della scuola afferisce a una partita contrattuale diversa). Il costo stimato per il triennio 2019/2021 è di 40 milioni di euro lordo oneri: «A livello nazionale si parla di 95 euro medi lordi pro capite — chiosa Diaspro — sul territorio stiamo ragionando di una quota che va a coprire l’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo, ndr) per il 2019 di una decina di euro o poco più pro capite medio».
«Queste questioni le avevamo poste già l’ 8 aprile scorso, nel primo incontro avuto col presidente, che ci aveva rimandato alla discussione sul bilancio 2020 e noi ci siamo fidati mentre ora ci dice che le risorse non ci sono — dichiara Marcella Tomasi (Uil Fpl) — quei soldi, dopo otto anni di blocco contrattuale, servono per dare risposte alle persone che in questi anni hanno tenuto in piedi servizi che altrimenti non sarebbero stati erogati ai cittadini. Si pensi alla riforma istituzionale ad esempio: dopo il 2006, con la nascita delle Comunità di valle, i dipendenti si sono organizzati affinché i servizi nei Comuni fossero erogati ininterrottamente anche in caso di fusioni». I segretari, che oggi pomeriggio incontreranno Fugatti e a dicembre sono stati convocati per il contratto della sanità, tengono a sottolineare il carattere non politico della manifestazione: «Non ci interessa la giacchetta che indossano i vertici provinciali, ma dare risposte ai lavoratori» afferma Tomasi. Sempre venerdì, sotto il palazzo della Regione, per gli stessi motivi — ma non insieme ai sindacati confederali — manifesterà anche il sindacato del comparto sanitario Nursing up.

 

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