07 dicembre 2021 – Corriere del Trentino
«Contratti pubblici, trovati i 63 milioni». Bilancio, emendamento di Fugatti. Ma il sindacato conferma lo sciopero
TRENTO Un emendamento da 63 milioni: il presidente Fugatti ha annunciato ieri sera di avere trovato e inserito nella finanziaria le risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Ponendo le basi per superare uno dei problemi più spinosi sul tavolo ormai in vista della discussione in aula. I 63 milioni (circa 1.800 euro a testa) sono la spesa prevista per il rinnovo del contratto di scuola, sanità e personale degli enti pubblici. Si parla di 35mila persone in Trentino. E il mancato rinnovo, contro il quale il personale sta scioperando da tempo, era additato fino a ieri come uno dei più chiari esempi di incapacità del Trentino e della sua ricca autonomia di restare al passo col resto del Paese. «L’emendamento in finanziaria dimostra quanto abbiamo sempre detto sul contratto pubblico, ovvero che ci saremmo impegnati a stanziare le risorse necessarie qualora si fossero rese disponibili, come è successo», ha potuto dire ieri sera Fugatti.
Un passo avanti sostanziale che non potrà che essere apprezzato dai dipendenti pubblici, ma che ancora non è ritenuto sufficiente dal sindacato per revocare il prossimo sciopero, indetto per il 16 dicembre. In un comunicato congiunto, tutte le sigle confermano lo sciopero «finché non ci sarà una convocazione formale in cui si spiegano ai rappresentanti dei lavoratori pubblici trentini i termini precisi degli stanziamenti previsti, le coperture e le prospettive per tutti i periodi indicati». Convocazione che chiedono immediatamente, anche «per avere informazioni di prima mano e non dover continuare a leggere sui media gli elementi via via emergenti» in una vertenza sulla quale finora Fugatti non ha mai ricevuto i sindacati.
Il nodo del rinnovo contrattuale è stato anche una delle cause scatenanti la vera e propria valanga di emendamenti alla finanziaria depositati dalle opposizioni. Il termine scadeva ieri alle 12 e sono più di 16mila, contro i 3500 dell’anno scorso. Solo Degasperi di Onda Civica ne ha presentati 8.798, 4.000 sono di Zanella (Futura) e 2.240 di Coppola (Europa Verde). Il Pd ne ha presentati circa 1.500. Si distinguono per la moderazione (che in questo caso, significa soprattutto non aver scelto l’ostruzionismo) gli altri consiglieri di opposizione. Sono “solo” una ventina gli emendamenti presentati da Alex Marini (5 Stelle), 3 quelli della capogruppo Patt Paola Demagri, 2 quelli di Lorenzo Ossanna, 6 quelli di Ugo Rossi (Azione) e 9 quelli di Pietro De Godenz (Upt). Tutti su argomenti tecnici i pochi depositati dalle forze di maggioranza.
Ma il Pd aveva chiarito che il grosso di quegli emendamenti erano ostruzionistici «per porre la questione del mancato rinnovo del contratto». E a questo punto potrebbero essere superati. Impossibile dire se lo stesso possa valere anche per gli altri gruppi.
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