l’Adige – 29 novembre 2023
«Contratti scaduti per oltre 120mila»
TRENTO -«Le imprese nel biennio 2021/2022 hanno aumentato il loro valore aggiunto. In alcuni settori, addirittura, il Trentino è da primato nazionale. Alla luce di questi dati, che fanno il paio con la crescita dei profitti realizzata nel corso del 2022, non ci sono più scuse per non rinnovare i contratti». Prendendo spunto dal report presentato ieri sull’Adige, i sindacati trentini tornano a chiedere nuovi accordi aziendali per ridare potere d’acquisto a operai e impiegati.
«Ci sono comparti come il turismo e il commercio che sono senza contratto da 4-5 anni, e proprio questi comparti hanno accresciuto più di altri utili, fatturati e valore aggiunto, anche scaricando sul consumatore finale l’aumento dei prezzi imposto dall’inflazione» ricordano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Da parte loro l’ennesimo appello alle aziende, a livello nazionale e locale per superare rapidamente lo stallo nelle trattative per i rinnovi contrattuali.
In provincia sono oltre 120 mila gli addetti che hanno un contratto scaduto, quindi con salari fermi. Nel settore dei servizi, dal commercio al turismo passando per la ristorazione, gli studi professionali e le coop sociali, se ne contano circa 80mila. «Lavoratrici e lavoratori dipendenti hanno subito più di tutti il peso dell’inflazione, che ha eroso fortemente il potere d’acquisto. Non possiamo pensare che l’unica soluzione sia il taglio del cuneo fiscale, che peraltro non è ancora strutturale. Con un’inflazione dei beni alimentari che supera il 10% in Trentino solo negli ultimi mesi, lavoratrici e lavoratori hanno bisogno di ben altro».
La richiesta dei sindacati a livello nazionale e locale è rivolta anche alla politica. «Non si risolve l’emergenza salariale se si delegittima la contrattazione collettiva. Chi ha un ruolo istituzionale dovrebbe, invece, facilitare il confronto con le parti, comprendendo che una delle vere emergenze che tocca moltissimi cittadini in Italia come in Trentino sono le basse retribuzioni. Altrimenti, si rischia che, per finanziare il taglio delle tasse sulle buste paga ci rimettano ancora una volta i cittadini».
Scarica il pdf: ADIGE contratti 291123
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