2 luglio 2017 – Trentino

Contratto delle partecipate verso il flop

Doveva riguardare 600 lavoratori, ma dopo mesi di trattativa molte sigle sindacali si sfilano perché mancano tutele

Rischia di naufragare miseramente il tentativo di costruire un contratto unico di primo livello per tutti i dipendenti delle società partecipate della Provincia. Dopo quasi otto mesi di studi e trattative, quando ormai già pezzi importanti come i dipendenti di Trentino Trasporti erano rimasti fuori, si sono sfilate categorie molto consistenti come i bancari e, ora la Fim Cisl che rappresenta i dipendenti di Informatica Trentina, che hanno il contratto dei metalmeccanici. Come spiega il segretario della Fim Luciano Remorini, non c’erano più le condizioni per andare avanti: «L’assemblea dei lavoratori ci ha dato mandato di uscire dalla trattativa perché c’era il rischio concreto di un peggioramento delle tutele. Noi all’inizio avevamo visto questo contratto come un’opportunità, ma poi, per come sono state impostate le cose, si rischiava di peggiorare le condizioni dei lavoratori. Il contratto rischiava di diventare poco tutelante».

Così la Fim, che rappresenta buona parte dei dipendenti di Informatica Trentina, ha deciso di sfilarsi dalla trattativa. E’ un colpo vitale alla trattativa, visto che in tutto i dipendenti delle partecipate rimaste al tavolo sono circa 600 e che Informatica Trentina da sola ne ha 250. I sindacati criticano la controparte rappresentata dall’Apran che, fin dal primo momento, ha cercato di imporre un contratto impostato su quello pubblicistico delle autonomie locali che per molte categorie coinvolte risultava penalizzante. E questo ancora prima di parlare dell’aspetto economico.

Adesso si aspetta la prossima riunione del 10 luglio per vedere se l’Apran avrà accolto i rilievi del sindacato. Ma tutti i segretari confederali si dimostrano scettici. Il più duro è Franco Ianeselli della Cgil che, dopo l’uscita della Fim, non vede più molti spazi: «Finora abbiamo partecipato a tutti gli incontri sul nuovo contratto per favorire la mobilità dei lavoratori tra i vari enti e per ottenere un quadro di regole omogeneo e equo tra le varie società. Ci è parso il modo di porci più responsabile nei confronti dei lavoratori e più corretto nei confronti della Provincia. Abbiamo sempre detto che un progetto ambizioso ma difficile come il contratto unico si sarebbe potuto concretizzare solo con la partecipazione di tutti. La scelta della Fim Cisl di chiamarsi fuori rende oggi impraticabile proseguire il confronto».

Lorenzo Pomini della Cisl è più possibilista: «Noi abbiamo fatto delle proposte all’Apran. Il 10 luglio vedremo se sono state accolte e se c’è spazio per continuare la trattativa. Il testo che ci era stato presentato non andava bene. Riduceva le tutele dei lavoratori. Valuteremo il nuovo testo». Walter Alotti della Uil, però chiede di cambiare impostazione: «Io penso che sia il caso di procedere prima alla riorganizzazione delle partecipate e di arrivare a due o tre e poi di iniziare le trattative partendo dai contratti di categoria di ognuno dei settori interessati. Cercare di riunire adesso tutti i dipendenti sotto un unico contratto è troppo complesso».

Scarica il pdf: partecipate ART 020717