06 ottobre 2018 – Corriere del Trentino

«Il contratto in vigore non si tocca».

Sait, sindacati decisi sull’integrativo Giovedì Cgl, Cisl e Uil presenteranno ai vertici una piattaforma di proposte

Non un passo indietro. Anzi. All’incontro con i vertici del Sait che sarebbe in programma per l’11 ottobre, ma la conferma ufficiale ancora non c’è, serve arrivare con una piattaforma di richieste che partono da una certezza: mantenere il contratto aziendale che è in vigore. La posizione dei sindacati è netta contro la decisione presa una settimana fa dai vertici del Sait (vedi il Corriere del Trentino) di annullare il contratto integrativo.
Uno «schiaffo» ai lavoratori, che di fatto avrebbero un mancato introito di circa 2500 euro lordi all’anno, e per questo motivo ieri, nei vari turni di lavoro del mattino e del pomeriggio si sono riuniti in assemblea e hanno dato mandato alle segretarie delle tre organizzazioni sindacali, Fisascat Cisl, Uiltucs e Filcams Cgil di presentarsi all’incontro con un documento che metta sul tavolo le richieste dei lavoratori. Una piattaforma di punti che toccheranno l’aspetto economico della questione contrattuale ma anche quello normativo e organizzativo. Un mandato forte, dunque, quello che i lavoratori hanno dato a Cgil, Cisl e Uil «perché non c’è ragione di togliere l’integrativo — afferma Lamberto Avanzo di Fisascat Cisl — quando il consorzio ogni anno registra milioni e milioni di utili».
Quanto deciso dal Sait infatti sembra andare in controtendenza con la decisione recente presa da un gruppo internazionale dell’abbigliamento: il colosso H&M. Il 24 settembre ha infatti sottoscritto con Uiltucs nazionale e le altre organizzazioni sindacali l’accordo integrativo sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Una firma arrivata dopo un lungo confronto con l’azienda e che prevede la pianificazione oraria e i carichi di lavoro, con l’impegno di garantire il maggior numero di riposi coincidenti con la domenica. H&M in regione ha realizzato quattro punti vendita, due a Bolzano, uno a Trento e uno a Merano e conta 60 dipendenti in tutto contro, invece, i 481 di Sait che ad aprile scorso ne ha messo a casa 80.
«La catena di abbigliamento agisce su un piano nazionale mentre invece la questione Sait è tutta provinciale — rimarca Avanzo —. Simili decisioni, ci chiediamo, che ricadute potrebbero avere sulle realtà delle famiglie cooperative locali o nella realtà cooperativa più importante del Trentino che è quella che si trova nell’alto Garda?».
Lunedì, intanto, le segreterie di settore e i rappresentanti dei lavoratori si troveranno in Cisl per redigere la proposta.

Scarica il pdf: Sait ART 061018