20 maggio 2020 – Corriere del Trentino
Contributi a fondo perduto, 27mila imprese interessate
Ecco 89 milioni. Il calo d’affari deve essere di almeno il 50%. Aiuti fino a 5.000 euro
TRENTO Volume d’affari in calo di almeno il 50% per le aziende fino a nove addetti (del 70% per chi ha 10 o 11 dipendenti) nei mesi di lockdown rispetto al 2019 e comunque non superiore a 1,5 milioni di euro e reddito dell’ultimo anno che non deve superare i 40.000 euro. Un limite, quest’ultimo, che viene incrementato di 15.000 euro fino ad un massimo di 70.000 per ogni socio, associato o collaboratore familiare che lavora nella società. Sono questi i criteri stabiliti dalla Provincia di Trento con una delibera nella giornata di ieri che le piccole aziende trentine devono rispettare per poter ottenere un contributo a fondo perduto da 3.000 a 5.000 euro. «I quasi 90 milioni che abbiamo stanziato forniranno un aiuto aggiuntivo alle piccole realtà trentine — specifica l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli —. Sono aiuti cumulabili con quelli messi in campo dallo Stato».
Secondo le stime provinciali sono 27.000 le aziende potenzialmente interessate da questo contributo, la cui misura dipende dal numero di lavoratori medio presente in azienda nell’ultimo anno: 3.000 euro fino a tre addetti, 4.000 fino a sei addetti e 5.000 euro fino a 11 addetti. Gli operatori economici nati dopo l’1 settembre 2019 avranno un contributo fisso di 3.000 euro.
Per gli operatori economici che nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 hanno sostenuto canoni di locazione o di affitto d’azienda è prevista una maggiorazione al contributo pari al 40% dell’ammontare totale dei canoni sostenuti per i mesi in questione, fino ad un tetto massimo di 1.200 euro. Dalla maggiorazione sono esclusi i canoni di leasing immobiliare, nonché i costi delle concessioni di beni immobili e aree pubbliche. La condizione di aver effettivamente corrisposto il canone deve essere certificata dal locatore.
Il calo di almeno il 50% del volume d’affari per due mesi nel trimestre da marzo a maggio rispetto allo stesso periodo nel 2019 è il criterio principale per ottenere il contributo insieme a un reddito inferiore a 40.000 o 70.000 euro. Per le attività nate dopo l’1 febbraio 2019 il volume d’affari viene confrontato con il valore medio dei mesi precedenti a marzo 2020. Ciascun operatore economico potrà presentare una sola domanda entro il 31 luglio 2020 mediante piattaforma informatica che sarà messa a disposizione dalla Provincia.
Per accedere al contributo, inoltre, è necessario che l’azienda avesse sede legale nel territorio provinciale quando è stata dichiarata l’emergenza nazionale, aver registrato un volume d’affari superiore a 12.000 euro e inferiore a 1,5 milioni di euro e non trovarsi in difficoltà prima del lockdown. Dal contributo sono anche esclusi gli studi associati qualora tutti o alcuni dei liberi professionisti presentino domanda per il sussidio.
«Sostenere le imprese è strategico in questa fase – sottolinea l’assessore Spinelli – sia per rilanciare l’economia e il lavoro sia per rimettere in moto quel circuito virtuoso che, in base ai meccanismi di autofinanziamento della nostra Autonomia speciale, ci consente di finanziare la spesa con le imposte generate localmente. Questi contributi puntano ad integrare il reddito dei piccoli operatori economici. Sono — conclude — una boccata di ossigeno ma anche un carburante per consentire di rimettere in moto il motore della ripresa». Ma i sindacati attaccano: «Le imprese che chiederanno i contributi a fondo perduto potranno pure licenziare senza dover restituire un euro dei soldi pubblici ricevuti. Non è questo il cambiamento promesso nel 2018».
Scarica il pdf: contributi ART 200520 2
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