l’Adige – 19 giugno 2023

Cooperazione, avanti a forza di «tagli»

 

Lettera aperta ai soci della cooperazione.
Carissime socie e carissimi soci della Cooperazione di consumo trentina, venerdì 8 giugno è stata una data storica: il primo sciopero provinciale dei dipendenti delle Famiglie Cooperative del Trentino è stato proclamato a seguito di un tavolo sindacale che prosegue da più di un quinquennio senza avanzamenti ma che ha invece portato, con grande sorpresa e una buona dose di amarezza, al mancato riconoscimento degli arretrati previsti dalla contrattazione territoriale in vigore e alla disdetta della stessa contrattazione dal 1° luglio 2023 (quasi 2.000 euro netti annui in meno).
Spiace, dopo aver condiviso contrattazioni su più livelli, commissariamenti, casse integrazioni, fusioni, situazioni di crisi, che non si riconosca la valenza dell’attività sindacale sul territorio e che si sia scelto deliberatamente un nuovo approccio mutuandolo dal Consorzio Sait senza nessuna preventiva condivisione con le periferie, cda e presidenti in primis, avanzando richieste finalizzate esclusivamente ad abbassare il costo del personale, come se questa fosse la panacea ai problemi del comparto.
Non si è tenuto conto, o forse si è dimenticato, che il Contratto Nazionale, dal 2011, ha previsto un taglio del costo del personale con la riduzione dei permessi retribuiti e l’aumento delle ore di lavoro settimanale a parità di retribuzione. Nel Contratto Integrativo Provinciale (che doveva essere sperimentale!), dal 2014, il blocco degli scatti di anzianità e una nuova riduzione dei permessi retribuiti fino al 2017 hanno portato un altro «beneficio» alle casse delle Cooperative poi prorogato unilateralmente fino al 2022.
Ora si chiedono ulteriori sacrifici, la Cooperazione pensa che si possano risolvere le crisi aziendali a colpi di continue decurtazioni, negando il giusto compenso per il lavoro svolto a dipendenti che hanno dimostrato un attaccamento e una dedizione che difficilmente si riscontra in altri settori? Diminuire il costo del personale può essere veramente l’unico obiettivo di questa classe dirigente?
Le modalità utilizzate hanno un peso fondamentale: le firme sui contratti e sugli accordi vanno rispettate, gli impegni assunti vanno mantenuti. Perché non si ritiene fondamentale trattare anche di partecipazione dei dipendenti alla vita gestionale della cooperativa, della costituzione dell’ente bilaterale della cooperazione, del ruolo dei giovani che vanno attirati nel settore e non allontanati, della formazione continua del gruppo dirigente e dei consigli di amministrazione, di fusioni, eccetera
In ogni valle trentina le Famiglie Cooperative vivono in contesti dove operano assieme ad altre cooperative, alle istituzioni pubbliche, alle casse rurali, al mondo delle associazioni e del privato con i quali deve essere possibile costruire reti di collaborazione e di sostegno. Lo stesso che potrebbero garantire, per i territori in difficoltà temporanea, sia la Federa-
zione Trentina delle Cooperative (riducendo i costi di associazione, di tenuta della contabilità, di predisposizione dei cedolini paghe) sia il Consorzio Sait (proponendo costi dei prodotti e dei servizi calmierati).
La solidarietà resta il punto di riferimento: i dipendenti delle Famiglie Cooperative vanno trattati allo stesso modo, non deve esistere la cooperazione di serie A e la cooperazione di serie B. Se le risorse umane sono il bene più importante e il valore aggiunto della Cooperazione, come ama spesso ribadire il rieletto presidente Simoni, allora dimostriamolo non solo a parole, ma anche con i fatti concreti.
Lamberto Avanzo Fisascat Cisl

Paola Bassetti Filcams Cgil

Walter Largher Uiltucs

 

Scarica il pdf: ADIGE Coop ART 190623