24 settembre 2016 – l’Adige (art. non disp.), Trentino, Corriere del Trentino
Costituzione, duello tra giuristi. Centralismo e autonomia tra i temi
Da un lato la competenza di chi studia e confronta impianti costituzionali da tutto il mondo; dall’altro chi, abbandonata temporaneamente la cattedra, ha vissuto in prima persona la realtà parlamentare italiana. Il dibattito organizzato ieri dai sindacati confederali a Trento ha messo a sedere allo stesso tavolo Roberto Toniatti e Stefano Ceccanti, confrontatisi attorno alla riforma costituzionale.
Per Ceccanti, docente a «La Sapienza» di Roma e ex senatore Pd, «chi dice no alla riforma, in realtà, è più vicino a quella che al mantenimento dello status quo».
L’obiezione di Toniatti, costituzionalista dell’ateneo trentino, è che non si stia procedendo al varo di una legge ordinaria: «Nel mettere mano alla Costituzione non possiamo ammettere pressapochismi». Poi una critica alla politica provinciale, dalla quale «non è arrivata una decisione in merito all’indirizzo da dare alla revisione dello Statuto di autonomia».
Le lungaggini e le difficoltà che si frappongono tra un disegno di legge e la Gazzetta ufficiale, secondo Ceccanti, non sono contingenti alla situazione attuale: «Il ricorso sempre più frequente alla decretazione d’urgenza e la presenza, in Camera e Senato, di maggioranze diverse sono comuni atutti i governi degli ultimi vent’anni». Non esiste dunque, secondo l’ex parlamentare, «alcuna ragione razionale per mantenere in vita un inutile doppione della Camera quale è il Senato». Concorda Toniatti, che tuttavia punta il dito alla composizione prevista per il nuovo Senato: «Dubito che consiglieri regionali e sindaci nominati in Senato riescano a conciliare efficacemente i due ruoli. Inoltre, come possiamo aspettarci che, una volta a Roma, consiglieri regionali normalmente su fronti opposti trovino unitarietà nel relazionarsi al governo centrale?». Il problema appare ineliminabile: «Sindaci e consiglieri regionali sono pur sempre uomini di partito, nessuna riforma costituzionale potrà cambiarlo» sottolinea Ceccanti.
Più in generale, l’opinione di Toniatti, firmatario di un appello di docenti per il «no» al referendum, è che si stia cercando di «piegare» la carta costituzionale alla necessità di risolvere problemi specifici del nostro sistema politico […]
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