04 giugno 2019 – Trentino

«Criteri più oggettivi nella scelta dei dirigenti»

Scuola. I sindacati hanno avviato un procedimento di concertazione per chiedere alla Provincia regole più trasparenti nella mobilità dei responsabili di istituto. Si chiede che tutti si muovano

Criteri più oggettivi e trasparenti nello scegliere i dirigenti delle scuole trentine. È quello che chiedono i sindacati che hanno avviato una concertazione con la Provincia. Domani si terrà un incontro tra i sindacati e il dirigente generale della Conoscenza Roberto Ceccato. Come spiega Elina Massimo, dirigente del Floriani di Riva del Garda rappresentante per la Uil Scuola dei dirigenti, i sindacati chiedono «criteri che garantiscano una maggiore equità. Per questo motivo abbiamo chiesto la concertazione. Già adesso ci sono dei criteri per la nomina dei dirigenti, ma noi chiediamo che siano più oggettivi e trasparenti. La decisione deve restare comunque della giunta provinciale, ma pensiamo siano necessari dei criteri che vengano applicati a tutti».
Quello che non piace ai sindacati è la diversità di trattamento soprattutto in tema di permanenza nella stessa sede di un dirigente. Il contratto prevede un periodo massimo di tre anni che può essere rinnovato una prima volta e poi una seconda volta, ma in casi più rari. Accade, però, che qualcuno venga spostato di sede prima della fine dei canonici sei anni, mentre qualcun altro riesce a restare nella stessa sede anche 9 anni. Una disparità di trattamento che ai sindacati non va bene: «Noi chiediamo che la durata della mobilità sia uguale per tutti. Tutti si dovrebbero muovere dopo un determinato periodo. Adesso, invece, succede che qualcuno si muove prima del tempo».
Ma questa non è l’unica richiesta dei dirigenti. Un altro elemento che vorrebbero cambiare è la classificazione in fasce di complessità delle dirigenze. Ogni dirigente è pagato
in base alla complessità dell’istituto che dirige. La complessità tiene conto del numero di docenti e studenti e anche di altri elementi: «Attualmente ci sono tre fasce di complessità. E in base a queste fasce viene riconosciuto uno stipendio diverso. Quello che noi chiediamo è che le fasce vengano ridotte a due. Questo perché il lavoro del dirigente è già molto complesso. Quindi non ha molto senso distanziare troppo chi è in prima fascia da chi è in terza. Con due fasce si riuscirebbe a riconoscere l’impegno di tutti in ugual misura».
L’obiettivo quindi è quello di riuscire a raggiungere una soluzione la più equa possibi-
le. La riunione, però, si preannuncia come lunga e complessa. Infatti anche la stessa richiesta in materia di mobilità mira a mettere i dirigenti sullo stesso piano.
Questo perché la scelta dei dirigenti, soprattutto negli ultimi dieci anni, è diventata una scelta sempre più politica, con la giunta che entrava nel merito e decideva i dirigenti in base a considerazioni che tenevano sì conto dei criteri, ma anche di un altro genere di considerazioni che venivano svolta dai politici.
Ora si vedrà co andrà la concertazione che può anche concludersi con un nulla di fatto sancito da un verbale.

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