28 marzo 2020 – Corriere del Trentino

Cura Italia: mille le richieste di congedo Voucher babysitter ancora inutilizzabili

Perplessi i patronati: «Lavoriamo a vista, servono più chiarimenti dall’Inps su molti aspetti operativi» Retroattività e il libretto famiglia tra i nodi da risolvere

TRENTO Le misure nel nuovo decreto Cura Italia per l’emergenza coronavirus per aiutare le famiglie — voucher babysitting per figli sotto i 12 anni da 600 a 1000 euro e congedi parentali straordinari di 15 giorni al 50% per figli fino a 12 anni, senza retribuzione fino ai 16 — sono partite tra molte perplessità. Anche in Trentino. Troppe le interpretazioni sulle modalità, la retroattività e gli aventi diritto denunciano i patronati del territorio che attraverso un difficile telelavoro «navigano a vista in una situazione molto complicata». E chiedono all’Inps, che in Italia si trova a gestire 10 miliardi di euro in poche settimane per circa 11 milioni di utenti tra cassa integrazione e altri strumenti di sostegno al reddito, «chiarezza e semplificazione».
Già mille le domande di congedo parentale arrivate ai patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli in una settimana, da quando il 20 marzo è partito attivamente il decreto. Cinque volte di più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Mentre per i voucher baby si attende che tra lunedì e martedì sia attivato il modulo sul sito dell’Inps per la richiesta dei buoni per chi, però, è in possesso del «libretto famiglia». Tra mille ostacoli.
A cominciare dalla retroattività. Se è vero che ai voucher hanno diritto i dipendenti del settore privato, collaboratori iscritti alla gestione separata, liberi professionisti per un importo di 600 euro, e i lavoratori del settore pubblico dei settori sanità, comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico (non gli impiegati della Provincia ad esempio) fino ai 1000 euro, ed è chiara l’età dei figli per i quali richiederli, entro i 12 anni, meno chiaro è il discorso sulla retroattività. «Indicata dal 5 marzo, sempre che preliminarmente alla richiesta sia stato attivato il “libretto famiglia”, sia dal datore di lavoro sia dal lavoratore, babysitter, perché una volta presentata la domanda si può far accreditare i soldi sul libretto», spiega Marco Colombo direttore del patronato
Cgil. Che prevede «non saranno in molti a chiederli perché non sono in pochi ad usare il libretto famiglia. Consiglio di attivarlo subito sul sito Inps». I dubbi sulla retroattività riguardano anche i congedi Covid-19, «ma anche la necessità o meno di frequenza del nido per i bambini entro i 3 anni, o se hanno diritto al congedo un autonomo disoccupato se la moglie è una dipendente».
In una situazione in continua evoluzione, tra mille dubbi e domande con un migliaio di telefonate al giorno e centinaia di mail da gestire, come tutti gli altri, c’è anche Loris Montagner del patronato Acli: «Tante le informazioni sugli ammortizzatori sociali legati al momento, essenzialmente sui bonus, disoccupazioni e moltissimi congedi almeno 300 — dice — mentre attendiamo lumi per i voucher».
Sui nodi dei congedi si ferma anche Paola Urmacher del patronato ItalUil «sia per il modulo di congedo usato, quello ordinario, che non comprende tutte le particolarità di questo per retroattività e la difficoltà dell’autocertificazione, sia per il “modulo sr163” che per l’erogazione di tutte queste prestazioni dovrebbe essere timbrato dalla banca, cosa impensabile». Impegnatissimo per la richiesta di congedi Covid-19 è anche il patronato Inals della Cisl: «Tra le moltissime richieste sugli ammortizzatori l’80% è per i congedi, almeno 200 finora» dice Giuseppe Diano.

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