07 maggio 2020 – Trentino
«Da Bisesti solo parole, ora fatti e apra un vero tavolo»
Istruzione. Il mondo della scuola chiede che si avvii un confronto sulla ripresa a settembre e che vengano stanziate risorse per assumere nuovi docenti e per adattare le strutture
TRENTO. «Finora abbiamo sentito solo parole. Adesso l’assessore le trasformi in fatti e avvii un confronto vero con tutto il mondo della scuola».
I sindacati hanno accolto con scetticismo il discorso tenuto ieri da Mirko Bisesti in Consiglio provinciale. Le proposte lanciate dal responsabile della scuola provinciale vengono considerate come un primo passo. La segretaria della Cgil Scuola Cinzia Mazzacca chiede che vengano stanziate risorse per realizzare i programmi annunciati: «A luglio, con l’assestamento di bilancio, si vedrà se Bisesti fa veramente sul serio. Se non ci mette i fondi necessari, non ci sarà alcun rilancio della scuola. Tra annunci e fatti c’è una bella differenza. Al momento abbiamo visto solo che hanno tagliato 12 milioni dalla scuola. C’è da fare un gran lavoro per riorganizzare, per adeguare le strutture, per reclutare più insegnanti che permettano di avere più turni. O forse pensano che tutte queste cose si possano fare a costo zero? Sono già in grave ritardo. Tutte queste cose andavano impostate un mese fa.Eunmesefasi doveva avviare un confronto con tutto il mondo della scuola. Settembre è molto vicino. Finora si sono sentite solo alcune idee, ora l’assessore le trasformi in programmi, in decisioni, in fatti».
La segretaria della Cgil scuola però fa notare che i primi atti concreti vanno in direzione contraria: «Si dice che i gruppi dovranno essere più piccoli, ma la giunta ha dato indicazioni più restrittive sulla formazioni delle classi. Indicazioni che il Dipartimento ha applicato in maniera rigida. Così l’anno prossimo si avranno classi più numerose. Lo abbiamo visto al Galilei e al Da Vinci. Si dice una cosa e se ne fa un’altra».
Pietro Di Fiore della Uil Scuola punta molto sulla necessità di un confronto serio e ampio: «Ci vuole un tavolo con tutte le componenti del mondo della scuola, con i docenti, i dirigenti, il personale Ata e i genitori. Tutti devono essere coinvolti in un lavoro di costruzione della ripartenza. Settembre è molto vicino e ancora non è stato fatto molto. Ma soprattutto non sono state trovate le risorse e mi pare che non ci siano molte idee su dove andarle a prendere. Anche le scelte fatte sono discutibili. Io penso che sia preferibile mettere i soldi che ci sono sulla ripresa della scuola piuttosto che sui bonus
per la baby sitter. Da insegnante e da genitore penso sia preferibile che i ragazzi stiano più tempo possibilea scuola. Quindi questi soldi è meglio che servano ad assumere qualche insegnante in più. Altro che tagliare come pensano di fare. Qui ci vogliono soldi perché la conoscenza è il primo motore di un territorio».
Il segretario della sezione trentina dell’Associazione nazionale presidi, Paolo Pendenza è più ottimista: «Noi dirigenti abbiamo già incontrato il dirigente del Dipartimento e torneremo a incontrarlo presto. La nostra prima richiesta è che ci siano protocolli sanitari chiari e che i dirigenti siano messi in condizione di applicarli, con l’adeguata dotazione di mascherine, gel disinfettanti e tutto quanto serve. Questo per la sicurezza degli studenti e dei lavoratori. Penso che ci debbano essere adeguate forniture di tutte le protezioni, che non possono scarseggiare all’improvviso».
Per quanto riguarda la didattica, Pendenza osserva che sicuramente ci dovrà essere un ripensamento: «Il tempo scuola andrà sicuramente riorganizzato. Non ridotto per forza. Abbiamo visto che i ragazzi più grandi riescono a gestire autonomamente la didattica a distanza, mentre i più piccoli fanno più fatica. Quindi, per loro il tempo passato a scuola dovrà essere maggiore. Poi, per quanto riguarda i programmi scolastici penso che dovranno essere per forza di cose più essenziali, visto che il tempo a scuola sarà inferiore agli altri anni».
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