06 marzo 2019 – Corriere del Trentino

Dal Vajont alla mafia: addio a Canestrini. Avvocato degli ultimi, membro della Resistenza, aveva 97 anni. I colleghi: è nella storia

I colleghi dello studio legale di Rovereto, di cui era titolare insieme al figlio, l’hanno voluto salutare come «l’avvocato che vinceva le cause perse», riprendendo il titolo di un quotidiano che l’aveva intervistato al compiere dei suoi novant’anni. Sandro Canestrini è mancato nella notte fra lunedì e ieri nella sua casa di Egna, a poco più di un mese di distanza dal suo novantasettesimo compleanno. «L’avvocato aquila» come lo ricorda il collega del foro di Trento Luca Pontalti, perché «lui volava alto». L’avvocato degli ultimi. L’avvocato dei più deboli. L’avvocato delle famiglie e degli orfani del Vajont, «genocidio di poveri». L’avvocato coraggioso, al fianco degli obiettori di coscienza al servizio militare. L’intellettuale, il politico rigoroso.
All’indomani della scomparsa di Canestrini, ricordare il lungo elenco delle onorificenze che hanno segnato la sua vita è impresa ardua. Ma a fare sintesi del valore del legale di Rovereto, da anni residente a Egna con la compagna Martha, sono le parole di Marco Boato, che aveva intessuto con lui «un’amicizia ininterrotta»: «Dovunque ci fosse stato da affermare i diritti costituzionali, la libertà di opinione o di manifestazione, dovunque ci fosse da difendere i diritti civili e i diritti umani conculcati, lì Sandro Canestrini c’è sempre stato».
Nato il 3 febbraio 1922, Canestrini ha vissuto una vita densa, puntellata da una costante: l’impegno. Etico, civile, professionale. Membro della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, si è laureato a Padova in Filosofia del diritto con Norberto Bobbio. Iscritto all’Ordine degli avvocati di Rovereto per 66 anni, ha svolto l’attività forense dal 1948 al 2014. Una lunga carriera intersecata con l’attivismo politico: fino agli anni Ottanta, Canestrini è stato anche consigliere, comunale prima, regionale poi, per il Pci e la Nuova Sinistra-Neue Linke. Sia in aula, sia dagli scranni della Regione ha difeso chi, di volta in volta, chiedeva una voce ferma e autorevole. È il caso dell’impegno in difesa dei diritti delle famiglie nei processi per il disastro del Vajont, in quello di Stava, nel processo contro i «terroristi» sudtirolesi, nel primo maxiprocesso contro la mafia a Palermo, contro il boia nazista del campo di concentramento di Bolzano, Michael Seifert.
Naturale, dunque, che la sua morte abbia colpito profondamente le moltissime persone che l’hanno conosciuto, stimato e amato. Cordoglio è stato espresso dal presidente del consiglio regionale Roberto Paccher, dal sindaco di Rovereto Francesco Valduga, dal presidente del consiglio provinciale di Trento Walter Kaswalder, secondo il quale «la nostra regione perde un personaggio di grande levatura morale e di riconosciuta autorevolezza», dal gruppo consiliare provinciale del Partito democratico: per i suoi esponenti Canestrini «ha rappresentato la figura di uomo di legge ricco di sensibilità e di coraggio, segnando una traccia nella storia di questa terra che non può smarrirsi nel tempo e che anzi va riscoperta quotidianamente». «Con Sandro Canestrini scompare un partigiano, un patriota, un coerente antifascista, un indomito e intransigente difensore dei più deboli e dei valori veri della giustizia» scrive invece Mario Cossali, presidente dell’Anpi del Trentino. Ma anche Cgil, Cisl e Uil non hanno fatto mancare la propria voce.«Era un grandissimo oratore, parlava con precisione di linguaggio e giuridica, ma questo avrebbe fatto di lui solo un grande avvocato — ricorda Pontalti — in realtà lui volava alto: si è sempre interessato dei problemi importanti, facendo grandi battaglie per grandi principi, dal Vajont a Stava, ecco perché è stato un “avvocato aquila”». Anche Andrea de Bertolini, a nome dell’avvocatura trentina, celebra Canestrini, «un vero penalista, che grazie all’autentico impegno civile, con passione e maestria, ha sempre difeso i diritti e le libertà anche dei più deboli. Rimarrà nella storia dei nostri fori».
Canestrini lascia la compagna Martha, dalla quale ha avuto due figli, Alessandro e Nicola, e i figli Duccio e Grazia, avuti con Nives Fedrigotti, sposata nel 1950 (l’altro loro figlio, Fausto, è scomparso prematuramente nel 2015). Il funerale sarà celebrato con una cerimonia laica oggi pomeriggio alle 17 nel palazzo della Fondazione Caritro a Rovereto.

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