14 ottobre 2020 – Corriere del Trentino
Didattica a distanza,la sovrintendenza raffredda l’ipotesi«Proseguiamo così»
La proposta di Regioni e Province autonome al governo di inserire ore di didattica a distanza per le scuole superiori, in particolare nelle classi quarte e quinte, per alleggerire la pressione sui mezzi di trasporto non entusiasma gli addetti al settore trentino. «L’ipotesi non è all’ordine del giorno. Per il momento non stiamo lavorando in questa direzione», rassicura Viviana Sbardella, sovrintendente scolastica della Provincia di Trento. «In Trentino i numeri di positività all’interno delle classi sono molto ridotti — fa eco Pietro Di Fiore, segretario di Uil scuola —, non credo sia necessario porre tutte queste attenzioni ora sul ritorno alla didattica a distanza». La proposta, che pare essere stata respinta almeno momentaneamente da Roma, non sembra essere tra le priorità della scuola. «Voglio sottolineare che in Trentino, ad eccezione delle classi quarantenate, non si utilizza la didattica a distanza — evidenzia Sbardella — Lo scorso anno scolastico lo abbiamo dovuto concludere totalmente da casa ed è chiaro che per un’eventualità del genere si pensi ai ragazzi più grandi in quanto più autonomi. Ma per ora, ripeto, non è una cosa a cui stiamo lavorando». Sbardella comunque evidenzia come il passaggio tra i due tipi di didattica non crei grossi problemi e possa essere organizzato in brevissimo tempo. «Oggi, quando riscontriamo positività in una classe, la transizione alla didattica a distanza è immediata e già dal giorno successivo le lezioni proseguono online senza problemi». Chi boccia nettamente l’idea è Di Fiore: «La didattica a distanza deve rimanere qualcosa di alternativo. Per il momento non abbiamo riscontrato situazioni in cui il contagio si è diffuso all’interno della classe, credo che le priorità debbano essere altre». In particolare, il segretario di Uil scuola pone l’accento sulla possibilità di introdurre test rapidi a cui sottoporre i compagni di un positivo, in modo tale che si possa evitare di mettere in quarantena intere classi. «Il problema vero su cui si dovrebbe lavorare — rilancia Di Fiore — è mettere in sicurezza gli insegnanti al pari degli alunni visto che ad oggi non finiscono in quarantena insieme ai ragazzi ma, anzi, si spostano in altre classi». In caso di un ritorno forzato alla didattica a distanza i problemi, secondo sovrintendenza e sindacato, sarebbero ridotti rispetto al passato almeno per gli studenti.
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