16 febbraio 2020 – Corriere del Trentino
Dieci anni per Itea, candidati divisi
Dopo il primo ricorso se ne attendono altri. Cgil, Cisl, Uil: ora si pronunci la Corte Costituzionale
TRENTO La decisione di un cittadino etiope di fare ricorso contro la norma che richiede il requisito dei 10 anni di residenza in Italia e tre in Trentino per l’assegnazione di un alloggio popolare Itea è subito colta con favore dal candidato sindaco del centrosinistra Franco Ianeselli. Di diverso avviso il candidato del fronte opposto Alessandro Baracetti che invece non vede nessuna illegittimità nell’introduzione di norme temporali per l’accesso al welfare: «Personalmente — afferma infatti il candidato sindaco del centrodestra — non ritengo vi siano elementi di illegittimità. Molte sono le norme che prevedono dei prerequisiti temporali e non: non per questo si sospetta della loro illegittimità. Il requisito temporale della residenza è elemento che favorisce la stanzialità, l’integrazione, lo spirito di comunità e la cooperazione».
La pensa dunque all’opposto di Franco Ianeselli: «Prima di questa norma voluta dalla giunta Fugatti, che si aggancia alla norma nazionale prevista nella legge sul reddito di cittadinanza — spiega infatti il candidato del centrosinistra per la coalizione SìAmoTrento — in Trentino l’accesso al welfare era contemperato sui tre anni. L’aumento del requisito fino ai 10 anni è irragionevole». «Una norma addirittura anti-autonomista — continua il candidato sindaco — perché posso capire il senso di un requisito di residenza in Trentino ma non di cittadinanza a livello nazionale. Perché altrimenti tutti i discorsi sull’Euregio che fine fanno?».
Per Ianeselli la questione è politica, come politiche sono le scelte di welfare: «Sullo sfondo c’è la volontà da parte della Provincia, sia su questa norma che su altri interventi prodotti in questo anno e mezzo, che cercano in tutti i modi dimettere gli ultimi contro i penultimi. Ma le politiche sociali significano risposte ai bisogni e se c’è una richiesta di alloggi pubblici si lavori nella direzione di aumentarne le disponibilità».
Il cittadino etiope si è rivolto al giudice dopo che la sua richiesta è stata bloccata dall’amministrazione comunale che, obbligata a rispettare la norma provinciale, ha rifiutato l’iscrizione dell’attivista nelle graduatorie Itea. Ora sarà il giudice, in un’udienza già fissata, a doversi esprimere sulla questione.
«Il giudice potrebbe rimettersi alla Corte costituzionale — spiega Andrea Grosselli, segretario della Cgil — considerata la giurisprudenza che in più occasioni ha riconosciuto come irragionevole un numero di anni superiore a cinque per l’accesso al welfare. Anche nelle sentenze delle sentenze della Corte europea è sempre stato indicato il limite dei 5 anni, applicato sia ai cittadini comunitari che agli extracomunitari soggiornanti di lungo periodo, equiparati ai cittadini in possesso della cittadinanza europea. Questo perché le persone anche straniere che sono residenti da un numero ragionevole di anni vengono considerate come integrate, radicate, e non è giusto siano discriminate».
«Ottimo — afferma il segretario generale della Cisl del Trentino, commentando il ricorso dell’attivista trentino — perché è quello che aspettavamo. Quella norma è peggiorativa e anticostituzionale, lo abbiamo sempre detto e ora speriamo che questo sia certificato anche dalla magistratura».
Norma provinciale che non è stata impugnata dallo Stato per il cortocircuito che la legge trentina si rifà a quella nazionale sul Reddito di cittadinanza: «Se non lo ha fatto il governo, è giusto che sia un cittadino a muoversi. E noi lo sosteniamo, perché convinti che si tratti di una discriminazione».
Per Walter Alotti, segretario della «la notizia del ricorso è positiva»: «La norma tanto voluta dalla giunta Fugatti è figlia della propaganda contro gli stranieri, soltanto propaganda perché non risolve il problema della casa in Trentino. Non a caso come sindacati confederali abbiamo chiesto alla giunta un incontro, perché il tema sembra scomparso dalla loro agenda». Incontro che ancora non è stato accordato: «A breve – assicura il sindacalista – ci inventeremo anche qualcosa di eclatante per stanarli e obbligarli a occuparsi per davvero dell’edilizia pubblica».
Scarica il pdf: Itea ART 160220 2
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