Il T – 18 gennaio 2024

Dipendenti, autonomi, in nero. Morti sul lavoro: 14 nel 2023

Nel 2023 i morti sul lavoro in Trentino sono stati 14, di cui 11 sul posto di lavoro e 3 in itinere, cioè quando si va o si viene dal luogo in cui si è occupati. Il calcolo è dell’Osservatorio nazionale di Bologna, l’organismo indipendente curato da Carlo Soricelli che monitora non solo gli infortuni mortali che ricadono sotto la giurisdizione dell’Inail, ma anche gli altri, che colpiscono lavoratori autonomi o addetti irregolari o in nero. Le denunce di casi mortali fatte all’Inail e aggiornate a novembre sono 8, di cui 5 sul luogo di lavoro e 3 in itinere. L’Osservatorio di Bologna ne registra altre 6 sul luogo di lavoro, con un’incidenza sulla popolazione di 1 infortunio mortale ogni 48.909 abitanti, a metà classifica tra le province.
I sindacati degli edili Feneal Uil Trentino Alto Adige Südtirol e Fillea Cgil del Trentino esprimono il loro sgomento davanti all’ennesima tragedia sul lavoro (vedi articolo sopra). Matteo Salvetti della Feneal e Giampaolo Mastrogiuseppe della Fillea lanciano un appello alla politica locale: «Una vera prevenzione degli infortuni comporta la collaborazione sinergica di più attori. Serve l’incremento delle visite ispettive e quindi degli investimenti pubblici per l’assunzione di un numero maggiore di ispettori. Puntare tuttavia unicamente sulla repressione non basta. Serve un coinvolgimento diretto dei datori di lavoro nella formazione alla prevenzione e una formazione continua per i dipendenti, che dovrebbe partire già dall’età scolare». L’appello alle associazioni datoriali è di costituire quanto prima la figura dei rappresentanti territoriali per la sicurezza (Rlst) «che, unicum in Italia assieme al vicino Alto Adige, manca in Trentino per quanto riguarda il settore edile». Inoltre, ancora una volta a morire sul lavoro è un operaio di origine straniera. «Le istituzioni devono prendere atto che, per alcune tipologie di lavoro la componente dei lavoratori di origine straniera, comunitaria ed extracomunitaria, è divenuta predominante. E dei problemi di comunicazione e comprensione che questo può portare nella formazione alla prevenzione antinfortunistica».

 

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