10 novembre 2019 – Trentino

Dipendenti pubblici pronti alla mobilitazione

L’assenza delle risorse necessarie a rinnovare i contratti per il 2019/2021 scatena la protesta dei sindacati Pallanch (Cisl Fp): inaccettabile, azione forte sul territorio. Assemblea unitaria convocata fra due settimane

TRENTO I sindacati che tutelano i lavoratori del comparto delle autonomie locali sono sul piede di guerra. E chiamano i dipendenti pubblici alla mobilitazione: una prima assemblea unitaria è convocata per il 22 novembre prossimo. «È solo l’inizio — chiosa Giuseppe Pallanch, segretario generale della Cisl Funzione pubblica — faremo un’azione molto forte sul territorio chiamando a raccolta le persone anche dalle periferie».
Il casus belli è noto: non ci sono le risorse necessarie a rinnovare i contratti pubblici. E per i sindacati è inaccettabile. «A livello nazionale le risorse sono state incrementate di un ulteriore miliardo e per iniziare le trattative dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego relativi al periodo 2019/2021 saranno a disposizione 2,7 miliardi di euro — sottolineano — la Provincia di Bolzano (dove negli scorsi mesi erano scesi in piazza a migliaia per il medesimo tema, ndr) ha stanziato in assestamento di bilancio 195 milioni di euro per garantire un aumento a tutti i dipendenti pubblici del 4,8% dopo l’aumento generalizzato del buono pasto a 7 euro». E in Trentino? Il riconoscimento al personale della vacanza contrattuale, pari allo 0,56% del monte salari e la possibilità di estendere le coperture di Sanifonds anche ai figli minorenni dei dipendenti pubblici con una compartecipazione alla spesa da parte della Provincia pari al 50% (37,50 euro). «La vacanza contrattuale è dovuta in forza di specifiche previsioni contrattuali e non certo per concessione della giunta — dichiarano Luigi Diaspro della Fp Cgil, Marcella Tomasi della Uil Fpl e Pallanch — e Sanifonds è uno strumento importante ma non dovrebbe rientrare assolutamente in questo contesto: non è merce di scambio contrattuale».
Sono 39.000, in Trentino, i dipendenti pubblici impiegati nelle autonomie locali (Provincia, Comuni, Apsp, Comunità di valle), nella sanità, nella scuola, nelle fondazioni e negli enti strumentali della Provincia. Circa 26.000 non contando il personale della scuola, che ha un’interlocuzione diversa.
«Le dotazioni organiche dei nostri professionisti in ospedale e sul territorio sono ormai sempre più inadeguate a garantire un ottimale standard assistenziale — evidenzia anche Cesare Hoffer, coordinatore provinciale di Nursing up — per garantire le attività territoriali, poi, i nostri professionisti devono spesso ancora usare il proprio mezzo privato per recarsi al domicilio dei pazienti».
Solo per le autonomie locali servirebbero 36 milioni di euro per il rinnovo del contratto per il periodo 2019/2021. La giunta Fugatti, però, sembrerebbe accetterebbe come buono il rinnovo dei contratti varato dalla giunta Rossi per il 2016/2018, dopo ben otto anni di blocco: per i sindacati, invece, «rappresenta solo il primo tassello per la ricostruzione di un sistema gravemente danneggiato dal lungo blocco contrattuale». «Parlare di pubblico impiego significa parlare di famiglie e valorizzazione dei servizi ai cittadini — aggiunge Pallanch — in una pubblica amministrazione trentina che è prima in Italia e trentesima in Europa».

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