Economia. Per Bankitalia rischio recessione nel 2023. Servono misure per sostenere la crescita. Cgil Cisl Uil preoccupati per gli effetti della crisi sul potere d’acquisto delle famiglie. “Nel bilancio Pat mancano interventi per far ripartire gli investimenti privati e sostenere i salari”
Il positivo andamento del Pil provinciale nel primo semestre di quest’anno e il recupero dei livelli di crescita pre-Covid non sono sufficienti per guardare con fiducia al prossimo futuro. Nelle analisi di Banca d’Italia, presentate ieri, emergono infatti i primi segnali di rallentamento della nostra economia che insieme ad un’inflazione crescente e alla stagnazione delle retribuzioni potrebbe produrre una ulteriore drastica contrazione della capacità di spesa delle famiglie. Un quadro che preoccupa i sindacati che tornano a sollecitare anche a livello provinciale una politica dei redditi che protegga il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori per arginare il rischio di impoverimento. “In questa fase per noi è fondamentale sostenere la contrattazione per aumentare le retribuzioni – dicono i segretari provinciali di Cgil, Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Allo stesso modo è importante che le imprese ricomincino ad investire. La ripresa, soprattutto nel terziario, non si è tradotta in un’accelerazione sugli investimenti. Anzi a guardare l’accesso ai finanziamenti bancari il settore dei servizi ha aumentato il suo gap rispetto a Bolzano. Questo rischia di compromettere il recupero di produttività e competitività di cui ha bisogno il nostro sistema e, di conseguenza, la possibilità di migliorare le condizioni di lavoro”.
Una spinta in questa direzione sarebbe dovuta arrivare dalla prossima legge di stabilità provinciale. Così, però, non è. “La legge di bilancio non mette in campo nessuno strumento per aiutare il sistema economico trentino ad affrontare questa fase di profonda incertezza – proseguono i tre segretari -. Al contrario vengono rimandate ancora una volta scelte strutturali che dovrebbero sostenere il sistema in questa fase, spingendo sull’innovazione e sulla sostenibilità. Mancano anche misure efficaci per sostenere la capacità di spesa delle famiglie né si prevedono incentivi per spingere le aziende ad aprire tavoli contrattuali per accrescere i salari”.
In questo scenario non sono pochi timori per gli effetti che la crisi avrà sulla tenuta della nostra comunità.
Trento, 15 novembre 2022
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