Economia. Servono politiche per rafforzare la crescita di produttività.
Cgil Cisl Uil: si ricominci a valorizzare il capitale umano e si facciano ripartire gli investimenti privati
“L’economia trentina ha subito un forte contraccolpo a causa della pandemia, ma ha dei punti di forza su cui scommettere per tornare a crescere e creare occupazione di qualità”. E’ questo il commento dei segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino sul Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia regionale. I sindacati pongono l’accento in particolare sulle dinamiche relative alla produttività. “Il tessuto economico provinciale negli anni ha perso produttività. Le cose in Trentino vanno meglio rispetto all’ultimo decennio tanto che la nostra provincia resta tra i territori in linea con la media nazionale, ma staccata in modo importate dall’Adige che, come evidenzia Banca d’Italia, ha un gruppo di aziende che la collocano ai vertici nazionali proprio sui fattori relativi alla produttività”, sottolineano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. In particolare stando all’analisi del Rapporto, il Trentino fa fatica ad aumentare la propria produttività totale. Si usa male il capitale umano ma anche gli investimenti che restano comunque troppo contenuti.
In questo quadro, anche alla luce di una ripresa che sul nostro territorio potrebbe essere un po’ più lenta viste le difficoltà che ha dovuto affrontare il turismo, settore fondamentale per il Pil provinciale, è opportuno fare ogni sforzo per superare questi limiti orientando le politiche pubbliche a sostenere la crescita di produttività sia nel comparto pubblico sia in quello privato, investendo in particolare anche sulla componente lavoro. “Oggi in Trentino c’è una fascia importante di lavoratori e soprattutto lavoratrici con elevati titoli di studio e professionalità che il mercato del lavoro “sotto-utilizza” e questo incide negativamente sui nostri risultati. Ci aspettiamo dunque che la Giunta provinciale faccia già dalla prossima manovra scelte che vadano nella direzione di sostenere la crescita di produttività a 360 gradi. Arriveranno, inoltre, importanti risorse dal Pnrr, che vanno spese per rendere più solida la nostra economia. Le opere pubbliche da questo punto di vista non bastano”.
Cgil Cisl Uil si soffermano anche sulla dinamica registrata sul fronte dei risparmi delle famiglie trentine. “E’ vero che sono cresciuti i depositi, ma per i ceti più abbienti. Il ceto medio e medio-basso, invece, fa molta fatica a mettere da parte qualcosa, come evidenzia il Rapporto”, fanno notare i tre segretari che per questa ragione sollecitano nuovi interventi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e così rilanciare i consumi. “I dati di Banca d’Italia confermano la dinamica registrata dalla Camera di Commercio a marzo scorso. Se il ceto medio non riesce a risparmiare i consumi non riprendono e senza domanda anche l’economia stenta. Per questa ragione servono politiche pubbliche che rafforzino il potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici incentivando la contrattazione di secondo livello, prevedendo abbattimenti tariffari e aumentando i sostegni alle famiglie. Anche su questo di attendiamo che Piazza Dante assuma scelte coerenti alla situazione. Finora a scelto di trascurare famiglie e lavoro. E’ ora che si cambi rotta se non si vuole compromettere la ripartenza”.
Trento, 1° luglio 2021
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