3 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

 Edilizia artigianato, contratto innovativo I sindacati sottoporranno l’accordo al giudizio dei lavoratori. «Ma è un modello interessante, anche per la parte economica»

I sindacati dell’edilizia trentina si apprestano a sottoporre al giudizio dei lavoratori delle imprese edili artigiane della nostra provincia un nuovo contratto, per certi versi molto innovativo. L’intesa preliminare raggiunta unitariamente da Fillea, Filca e Feneal con Ance, dopo un confronto lungo e non sempre facile, introduce interessanti novità sul piano normativo e miglioramenti economici per i circa 6 mila lavoratori dell’edilizia artigiana provinciale, come spiegano i segretari provinciali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. «È stato raggiunto un risultato che ci soddisfa – ammettono Sandra Ferrari, Maurizio Zabbeni, Fabrizio Bignotti e Matteo Salvetti In un momento ancora difficile per l’edilizia trentina serve uno sforzo di innovazione anche nelle parti sociali per leggere i cambiamenti del mercato e le complessità del ciclo produttivo. Un’azione sindacale unitaria consente di ottenere risultati migliori per i lavoratori come dimostra questo contratto provinciale» sostengono i tre sindacalisti.

Tra le novità più significative sul piano normativo sicuramente il la Verifica di congruità del costo del lavoro, cantiere per cantiere, che associato alla messa a regime dell’Osservatorio della Cassa Edile permetterà di scoraggiare e comunque individuare subito forme di lavoro irregolare. E ancora si prevedono, allo stesso scopo, limitazioni sul ricorso al lavoro intermittente e accessorio e precisi obblighi nell’impiego di manodopera in appalto e subappalto, la possibilità di iscrizione in Cassa Edile dei lavoratori autonomi. Tutti aspetti che sono anche sul tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di settore, ma su cui non si riesce a trovare una quadra e che dunque segnano l’innovazione dell’accordo trentino.

Sul piano economico c’è da sottolineare il premio presenza che diventa orario e dunque non accadrà più come in passato che l’assenza anche solo di un’ora dal posto di lavoro comporti il dimezzamento del premio fino al suo azzeramento per un’assenza di due ore nella giornata di lavoro. Viene normato l’elemento variabile della retribuzione basato sui parametri di andamento del settore certificati da Cassa Edile, che a fronte di indicatori positivi può valere fino al 6% dei minimi retributivi, circa 72 euro per un operaio di terzo livello. “Un avanzamento non da poco per un comparto che sta cercando di uscire da una crisi durissima – commentano i sindacalisti – e che se confermato il trend di ripresa rende certa questo incremento salariale che già oggi vale circa 40 euro mensili”. Si riconosce la mansione di caposquadra e la relativa maggiorazione economica anche se si coordinano gruppi con meno di 5 operai (quota nazionale).

Un passaggio significativo si ottiene anche sul piano della conciliazione e della tutela della genitorialità e il periodo di malattia, che viene esteso fino a 24 mesi in caso di gravi malattie.

Sul piano del welfare integrativo si introduce una modalità di sostegno economico per l’avvio dei patti generazionali e dunque per l’uscita anticipata e si aumenta dello 0,5% (dall’attuale 1 al 1,5) la quota a carico Azienda nel caso di adesione a Laborfonds da parte del lavoratore.

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