Trentino – 22 ottobre 2022

Emergenza riscaldamento e condomini: alcune proposte

La Uil del Trentino, ai primi di settembre, al proprio Congresso Provinciale a Mezzocorona, aveva lanciato un primo allarme: giusta l’attenzione al rincaro dell’energia elettrica, ma occhio alla scadenza di ottobre quando gli amministratori dei condomini, quasi tutti con impianti di riscaldamento centralizzati a gas, procederanno ai conguagli delle spese condominiali 21/22, che includono le spese di riscaldamento e trasmetteranno gli importi da pagare a rate per le spese della stagione invernale entrante 22/23. Appello lanciato alla giunta provinciale, in particolare al vice presidente Tonina e all’assessore Spinelli, presenti all’assise.

Si chiedeva un intervento di supporto alle famiglie e soprattutto il coinvolgimento del sindacato e dei consumatori nel ragionamento che riguarda le cooperative energetiche, che a nostro parere dovrebbero coinvolgere anche i condomini e non solo le mono abitazioni.
E da metà ottobre, come volevasi dimostrare, è scoppiato “il bubbone”, che riguarda i condomini privati, quelli pubblici e quelli dove le due diverse tipologie coesistono.
Il problema ovviamente è maggiormente sentito per gli appartamenti in affitto, in quanto se l’inquilino non paga, l’onere ricade sul proprietario, che pur andando a rivalsa dell’inquilino stesso, deve pagare e procedere allo sfratto per morosità, procedimento lungo e complesso, sia per il privato che per l’ente pubblico.
L’intervento di 180€ della Provincia c’è stato, e ce ne sarà probabilmente un altro la prossima primavera, ma “a pioggia”, anche per chi poteva probabilmente fare da sé, non mirato o selettivo e soprattutto non pensando alle famiglie in affitto, che hanno l’onere del gas del riscaldamento, più che dell’energia elettrica. Famiglie che si ritroveranno con un aumento fino al raddoppio delle spese di riscaldamento, sommando gli aumenti dell’inverno/primavera 21/22 (+ 50% sul
’20, da 0,70 a 1,20€ al Mc) e quelli già annunciati anche da Dolomiti Energia ( un ulteriore 50% sul ’21 e ’22, da 1,20 anche fino a 2,00€ al Mc).
La provvidenza prevista è quindi poco rilevante e potrebbero piuttosto essere prese delle misure specifiche utilizzando i data base già in possesso della Pat per le famiglie in affitto da privati o interventi di ulteriore rateizzazione per quelle assegnatarie di alloggi pubblici.
Per la prima fattispecie (in affitto da privati) si potrebbe pensare di allargare il numero dei beneficiari del “contributo per l’affitto” (attualmente fino a circa 250€ al mese) alzando la soglia Icef prevista e almeno raddoppiare l’importo minimo del contributo già in essere (da ottobre ’22 a maggio ’23), sperando poi nella normalizzazione della situazione. L’operazione potrebbe avere un costo aggiuntivo per la Pat di circa 5/6 milioni complessivamente per le famiglie che potrebbero eventualmente beneficiarne.
Ampiamente recuperabili, queste risorse, nelle decine di milioni che la Giunta dice di aver riservato per aiutare le famiglie, e pure senza utilizzare il ragguardevole extra gettito (85 mln di euro) che nel bilancio ‘22 è già stato annunciato nei giorni scorsi e contabilizzato. Per le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici in ITEA potrebbe essere la stessa società provinciale a prevedere una rateizzazione “spinta” dei costi del riscaldamento degli inquilini in difficoltà, facendo garanzia a Dolomiti Energia, altra società provinciale a maggioranza pubblica, per il pagamento dilazionato nel tempo delle bollette dei tanti impianti centralizzati dei propri condomìni.
Un analogo piano di rateizzazione dilatatorio delle spese condominiali rimaste bloccate in ITEA per 4/5 anni fu impostato e realizzato nello scorso decennio e lì, si badi bene, per meri problemi di software e gestione contabile dell’Istituto, risolti solo dopo qualche anno.
Non tutte le famiglie, solo quelle in affitto, potrebbero beneficiare di queste soluzioni, ma sarebbe così possibile, se non risolvere, almeno ridurre il problema delle anomale bollette e rate di riscaldamento che stanno pervenendo nelle bussole della posta di queste famiglie. A margine facciamo inoltre notare che circa il 10% degli alloggi ITEA sono sfitti e che comunque uno spreco seppur minimo di risorse per il riscaldamento minimo di oltre 1000 alloggi rimane a carico della collettività, senza soluzioni abitative per le famiglie richiedenti.
Rimarrebbe poi da valutare, per le famiglie non coperte da queste opzioni di soluzione o quelle in proprietà, l’intervento della Provincia Autonoma, in sinergia con il sistema bancario locale e con Dolomiti Energia, del pagamento integrale o parziale del costo degli interessi per una dilazione di pochi anni del costo delle spese di riscaldamento, sulla falsa riga di quanto fatto per le aziende ed imprese nell’emergenza Covid o di quanto si prospetta di fare allo stesso modo per le attuali spese energetiche.
Sono proposte sicuramente percorribili, secondo noi, che vengono da chi conosce la realtà sociale, vivendo fianco a fianco con le persone, sui posti di lavoro e nelle associazioni ed enti a cui si rivolgono i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Ma la politica le ignora e le vuole ignorare, senza comprendere di fare danno o dispetto non a chi le propone, ma alla comunità e alle famiglie che subiscono una situazione sociale, economica e finanziaria sempre più pesante e dolorosa.
(segretario generale Uil del Trentino)

Scarica il pdf: Energia ART 231022