6 settembre 2016 – Corriere del Trentino

Tancredi (Uiltec): «In questi anni non si è investito. La produzione è quella di Enel nel 2008»

Risolvere la frammentazione delle aziende idroelettriche in Trentino, mantenere la regia pubblica e realizzare le public company. Sono alcune delle sollecitazioni che arrivano alla giunta da parte politica e sindacale in vista della probabile fusione di Dolomiti Energia con la multiutility veronese Agsm.
Il capogruppo del Pd, Alessio Manica, non boccia il progetto rilanciato da Ugo Rossi e Alessandro Olivi, ma invita alla prudenza. «La sfida della concessione — osserva — ci impone di rafforzarci uscendo dalla nostra dimensione locale».
Manica, però, non è convinto della crisi strutturale dell’idroelettrico. «Il petrolio rimane una risorsa finita. Fino a due anni fa si riteneva che il prezzo sarebbe sempre cresciuto». Il capogruppo rilancia anche l’idea di un’alleanza con l’altoatesina Alperia, oltre che una razionalizzazione del sistema Trentino. «Dolomiti Energia non è l’unico operatore sullo scenario provinciale, uno sforzo va fatto in questa direzione.
L’orizzonte regionale, poi, resta quello che meglio interpreta una visione complessiva del territorio». A margine, il tema di acqua e rifiuti. «Una gestione frantumata che però, in linea con quanto ha detto Rossi,  non deve seguire il destino del comparto energia. Su questi due temi provincia ed enti locali devono cogliere l’occasione per imboccare strade non concluse». Infine, la governance.«Ritengo fondamentale mantenere una forte regia pubblica e trentina quindi sulla quotazione in borsa prudenza». Il segretario della Uiltec, Alan Tancredi, è favorevole alle aggregazioni: «Le economie di scala favoriscono le imprese, le famiglie, i lavoratori». Invita, però, a partire dal Trentino «dove — osserva — soffriamo ancora il male del campanile: Mezzolombardo, Pergine, Primiero, Riva, Tione, ognuno con la sua società. Poi ci sono i consorzi: Pozza di Fassa, Stenico, Storo. Inoltre, più di venti aziende comunali. Va bene Verona, ma il Primiero produce circa 400 megawattora, Agsm non molti di più (631, ndr).  Certo, hanno più clienti di noi, ma accertiamoci che l’operazione convenga».

Il punto, secondo Tancredi, è che Dolomiti Energia in questi anni avrebbe pensato ai dividendi «per l’interesse dei Comuni e dei privati», ma non agli investimenti. «Se confrontiamo il passaggio della potenza idroelettrica da Enel alla Compagnia Valdostana delle Acque ed Hydro Dolomiti Energia vediamo che qualcuno ha investito ed altri sono rimasti fermi.
Nell’aprile del 2000 l’accordo tra Enel e Cva prevede la cessione di tutte le centrali di proprietà Enel esistenti in Valle d’Aosta per una potenza complessiva di 781 megawatt. A questo valore va aggiunta una potenza di circa 50 megawatt posseduta da Cva che determina un valore totale di circa 830 mega. Adesso Cva ha una potenza di produzione totale di 1013 megawatt di cui 933,14 idrici, 12,52 fotovoltaico e 67,35 eolico. Nel 2008 Enel cedeva tutte le centrali presenti in provincia di Trento ad Hde per una potenza idroelettrica complessiva di 1285,5 megawatt, ora Hde detiene una potenza complessiva 1279, 815 megawatt di cui 1279,65 idrici, 0,157 da fotovoltaico e 0,01 da eolico».

Scarica il pdf: Energia ART 6(9)16