18 ottobre 2016 – Corriere del Trentino

Equitalia tra sciopero e paure

Giovedì la protesta. A Trento coinvolti 37 dipendenti. La Uil: -25% in busta paga

Di questi tempi, in pochi rifiuterebbero il passaggio da un contratto di tipo privato a uno nel pubblico. I dipendenti di Equitalia sembrano invece orientati sul no. I lavoratori della società che si occupa di riscossione coattiva dei crediti delle amministrazioni pubbliche, su cui pende la chiusura annunciata dal governo di Matteo Renzi, considerano una penalizzazione economica e previdenziale il trasferimento nelle posizioni dell’Agenzia delle entrate.

Secondo la Uilca regionale comporta una perdita media in busta paga che sfiora il 25%. Il territorio partecipa quindi allo sciopero nazionale di 8 ore indetto da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Ugl per giovedì, giorno in cui l’esecutivo presenterà il disegno di legge finanziario in Parlamento. In regione sono un centinaio gli addetti della spa, 70 a Bolzano e 37 a Trento.

«Il personale si è sempre mosso con la massima serietà, ma non siamo disposti a farci “rottamare” per alcuna ragione, ancora meno sulla strade del populismo», affermano all’unisono i sindacati presentando l’agitazione. Criticato l’annuncio del premier di voler recuperare, con la manovra, 4 miliardi di euro.

«A suo avviso non si realizza un condono, cioè un regalo agli evasori» pungono le organizzazioni che chiedono un incontro urgente con i ministri di lavoro e economia.

In regione interviene Marco Di Renzo, segretario Uilca a Bolzano, responsabile per Equitalia nelle due province.

«La prima criticità riguarda il fatto che Renzi ha annunciato la chiusura — tra circa sei mesi — durante una conferenza stampa (quella di sabato scorso, ndr). Noi — prosegue Di Renzo — eravamo rimasti alle ipotesi fatte dal sottosegretario Nannicini in un incontro, tra cui la creazione di un dipartimento riscossioni nel Mef o di un’apposita agenzia, oppure ancora di un ente pubblico economico, come il Demanio. Renzi quindi si è spinto in avanti senza condividere la decisione con i sindacati. Per questo chiediamo che torni indietro e coinvolga le sigle,  che hanno l’interesse a tutelare la categoria».

A livello nazionale l’organico è di 7.700 unità, oltre 8.000 considerando Riscossione Sicilia. Le organizzazioni dei lavoratori vogliono parlare anche della questione economica, dato che comunque i posti non sono a rischio.

«Equitalia — aggiunge Di Renzo — è una spa con contrattualistica di tipo privato. La categoria degli esattoriali ha delle peculiarità di tipo previdenziale, un fondo speciale. Si passerebbe da una gestione Inps all’ex Inpdap. Esiste una paura per la penalizzazione economica. In busta paga, facendo una media a spanne, si potrebbe arrivare al 25% in meno».

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