18 novembre 2016 – Trentino
Esuberi al Sait, oggi i dipendenti protestano in strada
Presidio dei 400 dipendenti davanti alla Cooperazione
Oggi è il giorno della protesta dei lavoratori del Sait. I 400 dipendenti della sede centrale del Consorzio scenderanno in via Segantini con un presidio fisso a partire dalle 9,30 sotto la sede della Federazione della Cooperazione.
Ci saranno anche rappresentanze dei 230 lavoratori dei punti vendita. Come spiegano i sindacalisti Rolanda Caramelle e Walter Largher di Cgil e Uil, l’obiettivo è quello di coinvolgere la Federazione e il presidente Mauro Fezzi nella vertenza. Si fa notare, infatti, che la Federazione nel 2013 ha firmato un protocollo con il quale si impegna a cercare di riassorbire all’interno del sistema cooperativo i lavoratori in esubero in un settore in crisi.
Certo, il protocollo risale a un periodo in cui la crisi era meno generalizzata. Adesso le difficoltà riguardano moltissimi settori e sarebbe difficile trovare un’area così in salute da assorbire gli esuberi del Sait.
Ma la protesta di questa mattina riguarda anche la stessa decisione di dichiarare gli esuberi senza neanche un calcolo o un piano di rilancio: «Ancora non si capisce come si sia arrivati a quantificare in 130 gli esuberi individuati. Noi vogliamo capire come si è arrivati a questa cifra», spiega Caramelle. Ci dovrebbe essere un confronto tra sindacati e vertici della Federazione nel corso della mattinata. Il sindacato, poi, ha più volte sottolineato come le esternalizzazioni nel magazzino abbiano ridotto il lavoro per gli interni.
A questo proposito Marina Castaldo, presidente della Movitrento, la cooperativa chiede maggior rispetto: «Garantiamo un lavoro dignitoso sia in termini di condizioni di lavoro sia in termini di remunerazione. Non sentiamo alcun lavoratore “come un attrezzo”. Sono esterrefatta dalle dichiarazioni del sindacalista Roland Caramelle: “riportare dentro il Sait i lavori esternalizzati si recupererebbero già 60 posti di lavoro”. I 60 posti di lavoro sono i nostri lavoratori. Quindi possiamo desumere che loro non necessitano di tutela? Siamo forse lavoratori di serie B?».
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