22 maggio 2017 – Trentino
Europa, per gli atipici
la strada dei diritti
è ancora molto lunga
Cgi, vincitrice del premio di laurea dei sindacati, studia le tutele per i lavoratori flessibili: «Troppe lacune»
Ilaria Todde, con la sua tesi “Flessibilità e diritti previdenziali. Il coordinamento europeo dei sistemi di sicurezza sociale applicato alla circolazione dei lavoratori atipici”, è stata una delle vincitrici del premio di laurea promosso da Cgil, Cisl e Uil del Trentino per le migliori tesi sul mondo del lavoro assegnato a inizio maggio. «Attualmente sto lavorando a Bruxelles come Legal and policy advisor per Enpa, un’organizzazione che difende a livello europeo gli interessi degli editori di giornali – racconta Ilaria – A settembre ho intenzione di iscrivermi a un Master in Diritto europeo».
Ilaria, qual è stato l’obiettivo della tesi?
Verificare se i lavoratori atipici che circolano all’interno dell’Unione europea incontrano problemi a mantenere i diritti previdenziali o ad accedere ai sussidi di sicurezza sociale. Con la creazione di una Comunità economica europea si sono posti, fin da subito, una serie di problemi legati al fatto che la circolazione della manodopera metteva in comunicazione sistemi di sicurezza sociale diversi e concepiti per rimanere separati. Questo poteva determinare, ad esempio, la perdita di diritti previdenziali o grosse difficoltà nell’accesso ai sistemi di sicurezza sociale dei Paesi di arrivo.
Quale la soluzione trovata dall’Europa per questo problema?
Fin dalle origini la soluzione europea a questo problema è stata quella di coordinare i sistemi esistenti, evitando di ledere la sovranità statale in materia, permettendo agli Stati di definire e creare liberamente il proprio sistema di sicurezza sociale. I sistemi di welfare possono essere coordinati per garantire il cumulo dei periodi e il pagamento delle prestazioni delle persone residenti nei Paesi membri.
E nel caso di contratti di lavoro flessibile?
Lo scopo della mia tesi è stato verificare come reagisca il sistema di coordinamento alla circolazione di questa particolare categoria di lavoratori, che ha tutele sociali sostanzialmente differenziate a seconda del Paese in cui si svolge l’attività del lavoratore. I lavoratori atipici sono inoltre, per definizione, particolarmente soggetti al rischio sociale della disoccupazione.
Qual è l’esito a cui è arrivata?
Purtroppo la tutela transnazionale è lacunosa, se associata alla bassa protezione sociale nazionale riservata ai lavoratori atipici. Tale tutela è dunque sicuramente inidonea ad assicurare gli alti livelli di tutela sociale e la conseguente solidarietà europea di cui all’art. 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ma anche se si prende in considerazione solo l’obiettivo del regolamento, e cioè la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione dei lavoratori, ci si rende conto che la costruzione di una piena libertà di movimento all’interno dell’Unione europea è oggi particolarmente complessa da realizzare.
I premi di laurea riguardanti il mondo del lavoro, messi a disposizione da Cgil, Cisl e Uil del Trentino, sono destinati a laureati dei Dipartimenti di Economia e Management, Psicologia e Scienze cognitive, Sociologia e Ricerca sociale, Facoltà di Giurisprudenza e della SSI Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento. Le tesi partecipanti alla selezione hanno fatto riferimento in particolare a uno o più argomenti tra trasformazioni del mondo del lavoro dipendente, lavoro atipico e nuovi lavori; sviluppo economico e sociale del Trentino.
Scarica il pdf: Europa ART 220517
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