05 maggio 2021 – l’Adige

Evade 1 milione e non paga le bariste

La Sirio spa sotto inchiesta a Trento per truffa all’Autostrada del Brennero

arrivati, quelli di aprile non arriveranno ed è bloccata anche la cassa integrazione. Sono 40 in tutta la regione, 5 a Rovereto, le lavoratrici e i lavoratori senza paga dei bar e mense ospedaliere gestite dalla Sirio spa, la società di Ravenna recentemente commissariata dal Tribunale di Bologna e gravata da oltre 10 milioni di euro di perdite tra il 2019 e il 2020 e da 120 milioni di debiti a fronte di 3 milioni di patrimonio. Ma la Sirio non è solo in crisi per la pandemia. È finita sotto indagine della procura della Repubblica di Trento per un’ipotizzata evasione fiscale da oltre 1 milione di euro che sarebbe stata realizzata nella gestione di tre aree di servizio dell’Autostrada del Brennero tra il 2015 e il 2019.
A spiegare la vicenda ai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che difendono i 700 addetti della società tra cui i baristi e bariste dell’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto, è stato l’altro ieri l’amministratore giudiziario della Sirio Fausto Maroncelli, già noto in Trentino per essersi occupato del crac Aeroterminal e del risanamento di Funivie Folgarida Marilleva. Maroncelli ha spiegato che il 20 aprile c’è stato un provvedimento di sequestro dei conti correnti della società, disposto dal Pubblico ministero, su un’accertata evasione fiscale di 1.058.000 euro relativa agli anni dal 2015 al 2019 sulle royalty delle aree di servizio dell’A22. Sono stati sequestrati anche due appartamenti di proprietà dell’ex amministratore delegato di Sirio Stefania Atzori, aventi un valore fra 400.000 e 900.000 euro.
La Procura di Trento da metà dell’anno scorso ha aperto un fascicolo d’indagine contro la Sirio e la sua numero uno Atzori, con le ipotesi di truffa ai danni dello Stato e frode informatica. Secondo gli inquirenti la società raven nate, che ha gestito fino a due anni fa le aree di servizio Isarco Est e Trens Est e Ovest sull’A22, avrebbe inoltrato alla società Autobrennero alcuni report in cui venivano dichiarati fatturati volutamente inferiori rispetto a quelli effettivamente conseguiti. Lo scopo era di diminuire artificiosamente i corrispettivi contrattuali dovuti, le royalty sulla gestione del servizio di ristorazione nelle aree. L’11 giugno 2020 la sede dell’azienda è stata perquisita dalla polizia giudiziaria. Di questo fatto Sirio, che è anche quotata al segmento Aim di Borsa Italiana, ha informato con grave ritardo l’organismo di vigilanza sulla Borsa.
L’amministratore giudiziario ha poi spiegato ai sindacati che le banche hanno garantito, una volta sbloccato il sequestro, la nuova piena operatività dei flussi e degli affidamenti bancari. La piena operatività è necessaria per il pagamento delle retribuzioni, dei rifornimenti e dei fornitori. Per quanto riguarda, quindi, il pagamento degli emolumenti di marzo, le risorse risultano al momento bloccate dal provvedimento penale. Tuttavia Maroncelli ha confermato la volontà di provvedere all’erogazione delle retribuzioni immediatamente dopo lo sblocco dei conti correnti, possibilmente già entro la settimana. Il futuro invece resta pieno di incognite. Anche l’anticipo del Fis, la cassa integrazione del settore, è bloccato perché l’azienda non avrebbe fatto i versamenti.
«La condizione delle lavoratrici e dei lavoratori di Rovereto è surreale: vanno al lavoro pur sapendo che l’azienda ha i conti correnti bloccati -afferma Fabio Bertolissi della Fisascat Cisl che segue il caso -Sirio ha il bar in appalto, quindi chiediamo che l’Azienda sanitaria risponda solidarmente nei confronti dei lavoratori». Walter Largher della Uiltucs ricorda l’altro caso di sottofatturazione per non pagare le royalty all’A22, quello della Hermes, ma sottolinea anche come le royalty siano diventate così elevate che l’occupazione è già stata ridotta drasticamente in tutte le aree di servizio.

 

Scarica il pdf: ADIGE Sirio ART 050521 (1)