23 maggio 2018 – Trentino, Corriere del Trentino
«Fa’afafine, linee guida illegittime»
Genitori democratici: «Proteste no-gender preoccupanti, metà scuole hanno boicottato»
L’incontro, promosso da Cgil, Federazione lavoratori della conoscenza, Uil scuola e Coordinamento genitori democratici, in un colpo solo assolverà a due compiti. Il primo: «Considerare da un punto di vista giuridico le pretese di quei genitori che rivendicano un monopolio su ciò che può essere insegnato ai propri figli nella scuola pubblica, oltre che privata (ossia il movimento cosiddetto no-gender)», spiega Alexander Schuster. Il secondo: alzare il velo di Maya e presentare dei dati, paradigmatici, circa la maturità del Trentino a proposito di educazione sessuale, affettiva e parità di genere.
È con simili presupposti che, a partire dalle 14.30, nell’aula Kessler di Sociologia, oggi si terrà il workshop «Diritti e doveri nelle scuole della Repubblica». Una riflessione attuale quanto meritoria di uno spazio per affrontare la complessità di un tema che, non più tardi di un anno fa, ha animato il dibattito pubblico trentino. Elevati a caso paradigmatico, durante il convegno saranno infatti presentati i dati dello spettacolo teatrale «Fa’afafine». Spettacolo che, tra l’altro, ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International «per aver affrontato in modo significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani» (ossia la difficoltà a identificarsi in un sesso o nell’altro). Morale: il Comitato per i laici trentini ha chiesto e ottenuto dal Centro Santa Chiara di Trento i numeri ufficiali. Rispetto alle altre piéce per ragazzi, questa è stata l’unica a registrare un dietrofront: dalle 182 prenotazioni s’è passati a soli 90 presenti. La metà delle scuole si sono quindi ritirate. «Il Coordinamento rileva con preoccupazione quanto avviene in Trentino, terra in cui dirigenti e docenti hanno ceduto rispetto alla tesi per cui occorre il consenso dei genitori per attività curriculari che si svolgono negli orari della scuola dell’obbligo — rimarca Schuster a nome del coordinamento — La circolare di Rossi del 7 febbraio 2017 era di fatto rivolta allo spettacolo Fa’afafine, affermando che la stessa era attività integrativa. Lo spettacolo si svolgeva la mattina nell’orario della scuola dell’obbligo. L’ultimo paragrafo della lettera lascia intendere la perentorietà del pensiero del presidente della giunta. Ciò ha fatto sì che metà delle scuole che avevano aderito allo spettacolo Fa’afafine si tirassero indietro all’ultimo. La percentuale esatta di chi si è chiamato fuori all’ultimo è pari a -51%, ovvero rispetto a 182 posti prenotati, solo 90 fra alunni e accompagnatori si sono presentati. Alcune scuole hanno quindi preferito non portare altre 92 persone allo spettacolo». Ancora: «Ci domandiamo come sia possibile che il presidente Rossi abbia leso la credibilità di un ente funzionale della stessa Provincia, quale è il Centro culturale Santa Chiara, “mettendo in guardia” le scuole che per questo (e non altri) spettacoli fosse necessario il consenso espresso». Nel corso del convegno, Mario Perini dell’Università di Siena porrà al vaglio la legittimità di linee guida «che — prosegue Schuster — consentono ai genitori di obiettare ai contenuti impartiti durante l’orario curricolare e di non far frequentare ai propri figli la scuola dell’obbligo, senza addurre alcuna motivazione per l’assenza». Ora la querelle potrebbe fissare un principio: «Come Coordinamento intendiamo impugnare davanti ad un giudice le linee guida di Rossi perché ne sia dichiarata la palese illegittimità».
Scarica il pdf: Gender ART 230518
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