l’Adige – 02 luglio 2022
Famiglie coop, protesta dei lavoratori
TRENTO Riconvocare al più presto il tavolo di confronto, per proseguire la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo provinciale che riguarda i dipendenti delle settanta Famiglie Cooperative trentine. A presidiare via Segantini, all’ingresso della Federazione della Cooperazione, si sono viste ieri più di una cinquantina di persone, con i sindacati che hanno ribadito con forza la loro posizione: le trattative vanno riavviate, per arrivare a un accordo nel minor tempo possibile.
E il messaggio è stato riportato anche in tarda mattinata, quando una delegazione delle tre single sindacali ha incontrato il vicepresidente vicario della Federazione Italo Monfredini, delegato anche ai rapporti proprio con i sindacati. Presente anche il direttore generale Alessandro Ceschi. «Stiamo aspettando il rinnovo del contratto, ma nessuno ci ascolta o ci ha dato una risposta – ha spiegato Maria Trentin, funzionaria della Filcams Cgil. – Ci sono scatti di anzianità fermi, nonostante numerosi solleciti. I negozi di prossimità sono sempre stati la ricchezza dei piccoli centri abitati, ma ora non viene più dato valore a quanto fatto da questi lavoratori. Non accettiamo ricatti o decisioni come, ad esempio, il ritiro del premio presenza».
Sulle diverse questioni aperte si è soffermato anche Lamberto Avanzo, segretario generale della Fisascat Cisl del Trentino: «Abbiamo dimostrato grande disponibilità fino ad ora al mondo della cooperazione, ma adesso questa pazienza è finita. L’obiettivo era quello di ripartire subito con la contrattazione perché il documento, sottoscritto l’ultima volta nel 2014, è scaduto ormai nel 2017. Da cinque anni aspettiamo il rinnovo, il 10 febbraio scorso ci è stato detto che a Pasqua ci saremo ritrovati: siamo a luglio e ancora non ci è stato detto nulla. Più di così non potevamo davvero dare». Considerati i dati 2021, in Trentino ci sono 363 punti vendita dislocati in 154 comuni (su un totale di 166). Dopo una costante crescita tuttavia, i ricavi netti nei bilanci annuali sono diminuiti del 6,2%, da 228,2 milioni di euro nel 2020 a 214,1 milioni di euro lo scorso anno: un trend che gli stessi rappresentanti della Federazione hanno sottolineato, spiegando come dopo il boom del periodo pandemico sia poi arrivato un riequilibrio in quella che sarebbe dovuta essere la fase di ripresa. Questo comunque non ha stoppato le proteste di lavoratori e sindacati, che hanno anzi rincarato la dose in rappresentanza dei circa 1.800 operatori del comparto. La Cooperazione trentina è così finita un’altra volta nell’occhio del ciclone, con un nuovo caso dopo quello di Sait, rispetto al quale i 75 lavoratori a rischio licenziamento non sono tornati sui loro passi ed anzi, hanno superato il “giorno dell’ultimatum” con un secco “no” all’esternalizzazione del servizio alla Movitrento. «La cosa che ci stupisce è che, dopo l’inizio della trattativa, si sia stoppato tutto nonostante la promessa di riprendere la discussione: questo silenzio ci preoccupa – ha concluso Vasillios Bassios, funzionario della Uiltucs. – Più che altro perché, con l’arrivo dell’autunno, ci saranno i termini per una possibile disdetta. I segnali che filtrano dalla Cooperazione non sono positivi, basti vedere ciò che è successo con Sait. Ma questi lavoratori rappresentano un settore che ha superato brillantemente la pandemia».
Scarica il pdf: ADIGE coop ART 020722
No Comments