Corriere del Trentino, Il T – 21 maggio 2024

Famiglie cooperative tra alti e bassi solo le zone turistiche fanno da traino

trento «Un andamento a macchia di leopardo». Così la vicepresidente per il settore consumo della Federazione trentina della Cooperazione, Paola Dal Sasso, ha sintetizzato il 2023 delle Famiglie Cooperative della Provincia durante il tradizionale convegno annuale con i 66 rappresentanti delle Famiglie.
«I buoni risultati complessivi — ha spiegato Dal Sasso — in termini di vendite e redditività sono stati trainati dalle realtà attive nelle zone turistiche e da quelle più dimensionate. Un terzo delle cooperative faticano a trovare una sostenibilità economica adeguata».
Le cooperative in difficoltà di solito sono quelle meno dimensionate, che si trovano lungo l’asta dell’Adige o zone non turistiche e con una forte concorrenza. In totale, 15 su 60 sono in perdita e altre 10 producono una redditività inferiore allo 0,5%.
«Abbiamo molte cooperative in utile — ha affermato la vicepresidente — tuttavia alcune sono ancora in difficoltà. Su queste dobbiamo lavorare, trovare delle soluzioni perché non possiamo permetterci di averne così tante ancor in perdita. Questo capita perché si trovano in posti con una forte concorrenza». All’incontro si è discusso anche del rinnovo del contratto integrativo provinciale, tuttora in fase di discussione con i sindacati. «Il lavoro della delegazione federale al tavolo della trattativa — ha rilanciato la vicepresidente — mira a creare una piattaforma contrattuale integrativa che tutte le Famiglie Cooperative siano in grado di sostenere nel tempo, senza intaccare il patrimonio e quindi il futuro delle imprese».
Durante l’incontro è emersa la compattezza del sistema della cooperazione di consumo, il quale, viene precisato, «è disponibile a trattare sulle modalità idonee a collegare la parte variabile del salario non più alla presenza fisica dei dipendenti ma alla loro produttività, ma non sulla necessità di procedere in questa direzione».
Per quanto riguarda le vendite, il 2023 è stato un anno positivo: +8% di fatturato complessivo, per un totale di 380 milioni di euro (un dato in parte influenzato dall’inflazione). Inoltre, con gli 846 nuovi soci si è superata la soglia di 125 mila aderenti.
Vendite in aumento, insomma, ma anche i costi sono lievitati: l’anno scorso sono stati spesi 5 milioni di euro per il personale, interessi passivi, affitti e accantonamenti. L’anno prossimo, con il nuovo contratto nazionale che costerà 7 milioni in più all’anno e i tassi d’interesse elevati, pare prospettarsi uno scenario di difficoltà per le famiglie, con un conseguente impatto sul potere d’acquisto. Ciononostante, l’utile netto è positivo (5,7 milioni di euro), il patrimonio netto è aumentato del 5,2% (135 milioni di euro totali), si è investito per 17 milioni di euro (+5 milioni di euro rispetto al 2022) e l’occupazione è rimasta stabile (1.890 persone).
In totale le Famiglie cooperative gestiscono 364 punti vendita di cui 229 sono l’unico esercizio commerciale del paese. «Mantenere aperti i presidi di minori dimensioni, in piccole e piccolissime località, si conferma un sacrificio dal punto di vista del bilancio — afferma la Cooperazione Trentina di consumo — ma resta un impegno che stiamo portando avanti con convinzione insieme alla Provincia per garantire una presenza nelle periferie e contrastare lo spopolamento».

 

 

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