Famiglie. La maggioranza boccia l’indicizzazione dell’Icef e rende le famiglie più povere. Cgil Cisl Uil: tagliato del 15% il potere d’acquisto reale dei benefici. I più colpiti i nuclei con figli o con familiari non autosufficienti
Giunta e maggioranza hanno alzato il muro contro l’adeguamento di Icef e assegno unico all’inflazione. “Così si assumono la responsabilità di rendere più povere almeno 50mila famiglie trentine”, attaccano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, commentando la decisione della IV commissione provinciale che ieri ha dato il via libera alle modifiche al regolamento Icef, bocciando la proposta dei sindacati sull’indicizzazione. Il tema è approdato in commissione a seguito della retromarcia dell’Esecutivo Fugatti sulla contabilizzazione dell’assegno universale ai fini Icef. “Un errore dell’Esecutivo che ci è stato risparmiato con una retromarcia a tempo record, frutto delle nostre denunce e mobilitazioni. Sarebbe servito un po’ di coraggio per garantire la tenuta del potere d’acquisto del welfare territoriale”.
Adeguare l’Icef e poi anche dell’assegno unico all’aumento dei prezzi resta per Cgil Cisl Uil indispensabile per mettere in sicurezza il reddito delle famiglie, pesantemente colpito dall’inflazione che tra il 2018 e il 2022 è cresciuto del 10,3%. Ma aggiungendo l’inflazione di quest’anno, sfiorerà complessivamente il 15% impoverendo soprattutto i redditi bassi e medi.
“Senza l’adeguamento dell’algoritmo dell’Icef al costo reale della vita – spiegano – i nuclei familiari in Trentino, pur essendo più poveri, potrebbero risultare addirittura più ricchi vedendo aumentare le tariffe mensa insieme ai canoni Itea e vedendo ridursi l’assegno unico provinciale e l’assegno di cura”. Per questo motivo resta fondamentale adeguare il reddito di riferimento per il calcolo Icef, neutralizzando così l’aumento dell’inflazione. Giunta e maggioranza restando immobili, a differenza del governo Meloni, hanno deciso di impoverire ulteriormente le famiglie.
Il tutto mentre il numero di nati in Trentino continua a calare e crescono giorno dopo giorno gli anziani non autosufficienti. Ci si riempe la bocca, solo a parole, di voler sostenere la natalità e la domiciliarità dei servizi”.
Sulla questione demografica Cgil Cisl UIl reclamano misure concrete, come l’estensione del bonus nascita trentino al primo anno di nascita del bambino. “Oggi la misura provinciale copre dal tredicesimo al trentaseiesimo mese perché per il primo anno c’era il bonus bebè dell’Inps. Quella misura non esiste più e Piazza Dante ha le risorse per rimodulare l’intervento su tutti e tre gli anni” sottolineano i tre segretari che spingono anche sul sostegno all’occupazione delle donne. “Nei giorni scorsi l’assessore Spinelli è intervenuto sulla necessità di incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Siamo d’accordo e chiediamo dunque a Piazza Dante di estendere da 6mila a 15mila euro le deduzioni da lavoro femminile per incentivare le donne a lavorare fuori casa. E’ una proposta che facciamo da cinque anni e non è mai stata accolta fino in fondo. Magari è la volta buona”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti, senza nascondere il loro scetticismo.
Trento, 19 settembre 2023
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