16 ottobre 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
‘Ndrangheta. «Fenomeno sottovalutato Non siamo più un’isola felice»
I commenti. Cgil, Cisl e Uil: «Ora non si può più minimizzare».
TRENTO. I risultati dell’indagine condotta dalla Procura di Trento sul radicamento di interessi e affari riconducibili alla ’Ndrangheta nel comparto del porfido «delinea un quadro sconcertante e molto pericoloso commentano i segretari di Cgil, Cisl e Uil -. Serve il massimo impegno da parte delle forze dell’ordine, ma anche delle istituzioni e della comunità per circoscrivere ed eliminare questi fenomeni che mettono a rischio l’economia trentina, ma che impongono anche una pesante ipoteca sui meccanismi di rappresentanza democratica nella nostra comunità. In questa situazione è difficile sostenere che il Trentino sia immune dai traffici illeciti: dall’indagine emerge un’organizzazione radicata e strutturata sul territorio. La preoccupazione è che fenomeni di questo tipo possano allargarsi ulteriormente trovando terreno fertile anche nelle condizioni di difficoltà in cui versano diverse imprese a causa della crisi Questa volta non è possibile minimizzare. Non vanno sottovalutati questi fenomeni, come sembrava rischiassero di fare alcune dichiarazioni dell’ex procuratore Dragone nel suo ruolo di componente del gruppo di lavoro sulla sicurezza».
Il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana e il presidente della Sezione Porfido Simone Caresia esprimono «profondo sconcerto» per gli esiti dell’indagine. «Insieme a tutta la comunità trentina commentano -, le imprese che operano nel pieno rispetto della legalità sono esse stessa parte lesa degli affari illeciti dei soggetti individuati. Un plauso dunque agli inquirenti che hanno condotto questa vasta indagine, insieme alla riconoscenza di tutti i nostri imprenditori, che devono potere operare in un contesto incontaminato».
Anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ringrazia le forze dell’ordine: «L’esigenza di combattere i “corpi estranei” che cercano di penetrare il tessuto, sano, della nostra economia, è tanto più forte
in situazioni di crisi come questa – sottolinea Fugatti –. È un dato di fatto che nei momenti di debolezza anche i sistemi più robusti prestino maggiormente il fianco ad intrusioni malevole. Come nell’organismo umano, anche negli organismi sociali gli anticorpi possono entrare in gioco e respingere le intrusioni. Tutta la società trentina deve sentirsi impegnata in questa battaglia, a fianco delle forze dell’ordine e della magistratura».
L’operazione conferma «che il Trentino non è “mafia-free”» commentano Paolo Ghezzi e Lucia Coppola di Futura, che chiedono a Fugatti di coinvolgere tutto il Consiglio provinciale «nel tenere la barra dritta e procedere con atti legislativi e amministrativi di assoluta trasparenza e vigilanza rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, evitando normative poco chiare che incentivino gestioni illegali nelle imprese o nei contratti di appalto» proprio mentre in aula si discute il ddl della giunta sui canoni di concessione.
Infine Filippo Degasperi di Onda Civica, che rivendica di aver sollevato per primo il problema del settore porfido: «Per anni si è finto di non vedere. È ora di fare luce sulle responsabilità che hanno consentito questa gravissima intromissione del malaffare nella società trentina». E annuncia: «Porteremo in aula la mozione per la costituzione della commissione di indagine sulla vicenda del porfido già depositata in Consiglio».
Scarica il pdf: ’ndrangheta ART 161020 3
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