Fermiamo le guerre, il tempo della Pace è ora: 26 ottobre mobilitazione nazionale

Basta con l’impunità, la complicità, l’inazione. Trentini a Milano per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo.

Sabato 26 ottobre le associazioni che fanno riferimento a Europe for Peace organizzano una giornata di mobilitazione nazionale per la pace e l’immediato cessate il fuoco. Alla mobilitazione hanno aderito anche il Forum trentino per la pace, i sindacati, Arci, Anpi, Acli, Pace per Gerusalemme, 46° Parallelo, Movimento non violento, Deina Trentino, Centro Pace, ecologia e diritti umani di Rovereto. La mobilitazione parte dall’urgenza di riportare le ragioni della pace nell’interesse dell’opinione pubblica e di riaffermare il necessario e non derogabile rispetto del diritto internazionale. La pace va perseguita con massima determinazione.

La manifestazione si articolerà con cortei in sette città, da nord a sud. La delegazione trentina parteciperà al corteo di Milano con partenza alle 14:30 dall’Arco della Pace.

L’Appello

FERMIAMO LE GUERRE

Basta con l’impunità, la complicità, l’inazione. Cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo.

Per una conferenza di pace ONU, per il rispetto e l’attuazione del diritto internazionale, dei diritti umani, del diritto dei popoli all’autodeterminazione, per il riconoscimento dello Stato di Palestina, per risolvere le guerre con il diritto e la giustizia.

Per la risoluzione non violenta dei conflitti, per una politica estera italiana ed europea di pace, di cooperazione e di sicurezza comune. Per il disarmo, per vivere in pace, per la giustizia sociale e climatica, per il lavoro, per i diritti e la democrazia.

Insieme per buttare fuori dalla storia tutte le guerre, le invasioni, le occupazioni, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi, i terrorismi.

No al riarmo, no all’aumento delle spese militari, no alla produzione e diffusione delle armi nucleari, no all’invio di armi ai paesi in guerra.

Per il diritto a manifestare, contro il Ddl 1660. Il tempo della pace è ora.

Lo scenario internazionale rappresenta sempre più la legittimazione della guerra come strumento della politica, accompagnata da una torsione autoritaria della democrazia in Italia ed Europa. Due anni e mezzo di guerra in Ucraina hanno causato oltre un milione di vittime tra morti e feriti, 6 milioni di ucraini rifugiati all’estero, un milione di russi fuggiti per evitare il fronte o la galera, un terzo del territorio ucraino distrutto. Nonostante tutto ciò, l’Italia e i paesi membri dell’Unione Europea, pur schierati a difesa del popolo ucraino contro l’aggressione della Russia di Putin, continuano a investire sulla guerra piuttosto che sugli strumenti della diplomazia, del negoziato e della soluzione politica, in una escalation militare che rischia di trascinare l’Europa in un conflitto mondiale tra potenze nucleari.

Ad un anno dall’atto di terrore di Hamas contro civili israeliani e dalla risposta militare del governo israeliano a Gaza, il bilancio è drammatico: oltre 42.000 morti, 100.000 feriti, 17.000 minori orfani, 2 milioni di palestinesi intrappolati sotto un fuoco incessante, senza cibo, acqua, né assistenza sanitaria. Il conflitto si è esteso all’intera regione, coinvolgendo Libano, Siria, Yemen, e l’Iran, con attacchi al quartier generale della missione Unifil nel sud del Libano, dove sono presenti oltre mille soldati italiani.

Mai prima d’ora, dalla nascita delle Nazioni Unite, ci si è trovati in una spirale di guerre e minacce tra potenze nucleari con il rischio di una guerra globale e nucleare. Le scelte del nostro governo e dell’Unione Europea stanno violando le fondamenta della convivenza, della pace e della sicurezza comune, con il pretesto di difendere la democrazia e i nostri valori. L’industria e il commercio delle armi prosperano, mentre a pagare il conto sono le popolazioni, i programmi sociali, i servizi sanitari e l’ambiente.

Così fallisce il progetto politico dell’Europa, così si piega il multilateralismo a mere enunciazioni di bei principi, mentre la censura, la criminalizzazione della protesta e i divieti di manifestare sono diventati strumenti di potere. La legittimazione della guerra e del riarmo ha prevalso, fino al bombardamento della missione di peacekeeping in Libano.

Oggi più che mai, è fondamentale difendere i diritti, la democrazia e il lavoro fermando le guerre e la corsa al riarmo. Non è pensabile costruire un futuro di sicurezza e benessere in Italia ed Europa continuando a fare la guerra al resto del mondo.

Trento, 21 ottobre 2024