15 giugno 2019 – Trentino
«Formazione turistica, c’è scarsa sensibilità».
Il caso della settimana. Per Walter Largher, presidente dell’Ente Bilaterale, c’è poca attenzione ai corsi proposti da molti anni: «Ora non ci sono più scuse, serve l’impegno di tutti»
«Il problema della carenza di organici c’è ed esiste da anni. Ciò che stupisce è lo stupore con cui si accoglie questa problematica all’inizio di ogni stagione, come se non fosse un tema che si trascina nel tempo».
Così Walter Largher, presidente dell’Ente bilaterale del turismo in Trentino, commenta il dibattito svoltosi su queste pagine in merito alla carenza lamentata dagli imprenditori di cuochi, camerieri e lavapiatti in vista del via della stagione turistica. Largher ha evidenziato il ruolo centrale dell’Ente bilaterale nella valorizzazione del personale, un ruolo sottovalutato: «L’ente ha risorse importanti, nell’ordine dei 400mila euro annui, che dedica all’attivazione di corsi di formazione. Ma sono ancora sottoutilizzati e non riusciamo a spendere tutti i fondi». Un elemento cruciale, a detta di Largher, che contribuisce a mantenere poco attrattivo il settore: «I corsi di formazione permettono di aumentare la competitività delle aziende, introducendo possibilità di crescita per i lavoratori». I numeri dei corsi proposti dall’Ente sono tutt’altro che desolanti, ma per Largher sono “insoddisfacenti”: negli ultimi vent’anni sono state formate 9.650 persone, con 979 corsi realizzati in 32 sedi, 1351 borse di studio erogate e 28200 ore di lezione, 1417 nel 2018. I corsi attivati di recente prevedono tra gli altri, oltre agli approfondimenti di lingue straniere ed informatica, anche seminari in arte fornaria, caffetteria, conoscenza dei vini, ospitalità, housekeeping, politiche dei prezzi, cucina e territorio trentino.
Largher ha individuato nella scarsa sensibilizzazione di imprenditori e lavoratori la ragione dell’utilizzo non soddisfacente dei corsi promossi: «Attiviamo corsi gratuiti in diverse sedi sul territorio provinciale. Abbiamo deciso di andare incontro alle richieste delle imprese ampliandone la fruibilità anche a titolari e familiari e svolgendo le lezioni all’interno delle aziende stesse». Largher precisa che è giunto il momento che anche le aziende si impegnino nella promozione dei corsi: «Ora non ci sono più scuse, l’Ente bilaterale si aspetta una risposta e serve l’impegno di tutti. Anche perché l’Ente si sovvenziona attraverso una quota corrisposta mensilmente da imprese e lavoratori direttamente in busta paga».
Un altro elemento individuato da Largher come necessario per rilanciare l’attrattività del settore è il ricorso alla contrattazione territoriale o di secondo livello: «Viene stipulata direttamente tra sindacati e associazioni datoriali. Come è successo a Bolzano, dove a fronte al riconoscimento ai lavoratori stagionali di una serie di tutele, si è ridotto da 70 a 50 giorni il periodo di chiusura obbligatoria delle imprese del turismo. Non è vero, come sostengono molte imprese, che questo tipo di accordi porti solo costi in più».
Scarica il pdf: Turismo ART 150619(1)
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