04 febbraio 2022 -l’Adige
Fronte comune nella lotta al caporalato nei campi
Lavoratori agricoli pagati pochissimo e sottoposti a condizioni di lavoro e di vita disagevoli. Un fenomeno, quello del caporalato nei campi, che sta emergendo anche in Trentino. La scorsa primavera i carabinieri di Aldeno denunciarono tre trentini ed un pakistano, accusati di sfruttare 16 persone provenienti dal Pakistan. Da ieri c’è uno strumento in più, che si affianca all’operato delle forze dell’ordine, per combattere questo fenomeno sommerso: presso l’Inps di Trento è stata formalmente costituita la sezione territoriale della “Rete del lavoro agricolo di qualità”, a cui partecipano l’ente previdenziale, le categorie sindacali Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e le associazioni datoriali di settore Cia, Confagricoltura, Coldiretti. Ne fanno parte anche il Commissariato del Governo (ieri era presente il prefetto Gianfranco Bernabei), Inail, Provincia di Trento (con l’assessore Achille Spinelli), Ragioneria territoriale dello Stato e Federazione Trentina della Cooperazione.
Alla partenza della “Rete” territoriale -organismo previsto dalla cosiddetta legge sul caporalato (199/2016) e dalla contrattazione collettiva nazionale e provinciale per gli operai agricoli e florovivaisti -si è arrivati al termine di un lungo percorso di confronto fra le parti.
L’obiettivo è di prevenire lavoro sommerso, evasione contributiva e fenomeni di caporalato, ma la “Rete” guarda anche oltre, puntando ad un’agricoltura di qualità. Si parla dunque di un controllo maggiore ad un corretto incontro fra domanda ed offerta, di sostegno all’organizzazione ed alla gestione dei lavoratori stagionali e di assistenza ai lavoratori stranieri, promuovendo le imprese agricole che investono nel valore della legalità. «La Rete -evidenzia in una nota l’Inps -ha la finalità di selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro e legislazione sociale, oltre a quelle sulle imposte sui redditi e sul valore aggiunto; aziende che una volta inserite nella Rete possono vantare sul mercato una sorta di “marchio” di qualità». Le imprese possono inviare la domanda on line attraverso il sito dell’Inps; il registro verrà costantemente aggiornato sia per quanto riguarda gli ingressi che le uscite (è prevista l’esclusione per le imprese agricole che perdono i requisiti di legge necessari per l’adesione).
«Sono sempre le persone più fragili e bisognose che finiscono nella rete dello sfruttamento, per questo è importante il lavoro che si potrà fare per favorire occupazione agricola di qualità -evidenziano Elisa Cattani e Katia Negri, segretarie provinciali di Flai Cgil e Fai Cisl con Fulvio Giaimo della Uila Uil -Purtroppo nemmeno il Trentino è immune da zone grigie in cui i diritti dei lavoratori non sono rispettati e la manodopera viene sfruttata. Per contrastare questo fenomeno è indispensabile agire facendo fronte comune fra imprese, lavoratori e istituzioni, favorendo l’emersione del lavoro nero e valorizzando le aziende oneste che insieme ai lavoratori pagano un prezzo altissimo a causa di chi mette in atto comportamenti illegali».
Scarica il pdf: ADIGE caporalato ART 040222
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