27 ottobre 2020 – Corriere del Trentino

Fugatti apre impianti e ristoranti Ma negozi chiusi la domenica

Un po’ si stringe, un po’ si allenta. Il governatore Maurizio Fugatti nell’ordinanza firmata ieri ha in parte recepito il Dpcm nazionale (teatri e cinema sono chiusi), in parte però lo inasprisce chiudendo nelle giornate festive tutti i negozi al dettaglio (eccetto farmacie e parafarmacie), in parte ne allenta poi la gittata estendendo alle 22 la chiusura dei ristoranti (che dovranno seguire un nuovo protocollo) e alle 20 bar, pasticcerie e gelaterie. Ancora: concessa l’apertura degli impianti sciistici. Uno scostamento dalle decisioni del governo che sono a rischio impugnativa, già oggi il Consiglio dei ministri si riunisce e potrebbe esprimersi. «Del resto — ricorda la sottosegretaria alla sanità Sandra Zampa — i territori possono agire in modo più restrittivo rispetto alle decisioni nazionali, non viceversa».

Il report
Annunciata domenica e firmata ieri, l’ordinanza di Fugatti segue di qualche ora quella di Arno Kompatscher che allo stesso modo consente più margini a bar e ristoranti. «Ci siamo voluti prendere del tempo per confrontarci con le autorità sanitarie e scientifiche — premette Fugatti — E se oggi prendiamo questa decisione è perché la situazione epidemiologica del Trentino ce lo consente». Una situazione che resta ben monitorata ma che non sta precipitando: 113 i nuovi contagi di ieri, un decesso (un paziente over 70 ricoverato a Rovereto) e l’espansione del focolaio nella Rsa di Malè. Nel dettaglio: dei 113 positivi di ieri i sintomatici sono 56 e, più in generale, nel totale si contano anche 4 minorenni (3 dei quali hanno un’età compresa tra 6 e 15 anni) e 40 hanno più di settanta anni. Salgono anche i ricoveri: i pazienti che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere sono 86, di cui 5 ricoverati in rianimazione. Infine le scuole: le classi in quarantena ad oggi sono 131.

«Ristoratori seri»
Con questi numeri, in crescita ma non allarmanti per la tenuta del sistema sanitario, Fugatti ha deciso di derogare il decreto del premier Conte. «I ristoratori sono seri e hanno dimostrato di essere competenti — premette — Quindi l’attenzione nei protocolli che dimostrano nel pranzo la possono continuare a dimostrare anche a cena». Tradotto: nessuna chiusura alle 18, ma alle 20 per bar e pasticcerie e alle 22 per ristoranti. Con nuove regole: al tavolo al massimo in 4 persone (non più in sei). «Contiamo sul senso di responsabilità degli esercenti», aggiunge Fugatti rivolgendosi agli operatori. Certo il rischio di una impugnativa è alto. Oggi si riunirà il Consiglio dei ministri per discutere il cosiddetto decreto Ristoro, che mette in campo indennizzi per le 350.000 attività nell’ambito del food che verranno penalizzate dal mini-lockdown. «È vero — riflette Fugatti — L’ipotesi che il governo impugni l’ordinanza c’è, ma noi siamo supportati dalle considerazioni epidemiologiche: al centro c’è sempre la sostenibilità sanitaria delle decisioni».

Commercio, si chiude
In compenso, ricorda Fugatti, la sua ordinanza è più restrittiva del decreto nazionale all’articolo 17, che recita: «Sono sospese le attività di commercio al dettaglio nelle giornate di domenica, al fine di non alimentare occasioni di assembramento; tale disposizione non si applica a farmacie, parafarmacie, edicole, tabaccherie». Niente supermercati, niente negozi. «Bene — riflette Walter Largher, segretario regionale di Uiltucs — Meglio un sacrificio oggi, che la stagione turistica è conclusa e quella invernale non ancora partita, per salvare il mese di dicembre». Una scelta, sottolinea, che «poteva adottare anche il premier».

Impianti aperti
E a proposito di stagione invernale, così come predisposto da Arno Kompatscher già domenica, in deroga al Dpcm è prevista anche l’apertura degli impianti di risalita, previa adozione di specifici protocolli (che sono già in discussione). «Ci stiamo confrontando con la Provincia di Bolzano, con il Veneto e la Lombardia — ricorda Fugatti — per arrivare a regole comuni e salvare la stagione».

Scuole senza Dad
Si differenzia dal Dpcm, come annunciato, anche il capitolo scuola. Non ci sarà didattica a distanza (Dad) al 75% per le superiori. Si continua in presenza, agendo piuttosto sui trasporti. L’ordinanza prevede ulteriori mezzi per ridurre il carico al 65%.

I dubbi del ministero
«La decisione sarà presa a un livello più alto del mio, oggi in Consiglio dei ministri», premette la sottosegretaria alla salute Sandra Zampa. Resta un dato: le due ordinanze di Trento e Bolzano sono sul tavolo del governo. «E ricordiamoci che i territori possono agire in modo più restrittivo rispetto ai provvedimenti nazionali». Quando al merito, Zampa spiega il senso della chiusura alle 18 dei locali: «Ha una ratio precisa: ridurre le occasioni di socialità e diffusione del virus, per un mese appena — dice — Del resto c’è un assioma: il virus si diffonde là dove ci sono tante persone». Di qui la decisione del governo: ridurre, fino al 24 novembre, le occasioni d’incontro.

 

Scarica il pdf: commercio ART 271020 2