l’Adige – 10 novembre 2022
Fugatti aumenta l’Irpef ai meno abbienti
La Provincia aumenta le tasse alle famiglie meno abbienti e lo fa tornando ad abbassare il limite dell’esenzione dall’addizionale regionale Irpef a 15.000 euro di reddito. Questa estate, con una norma inserita in assestamento di bilancio, la giunta provinciale aveva deciso di portare l’esenzione fino alla soglia dei 25.000 euro.
Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, allora aveva dichiarato: «Visto il particolare momento con l’aumento dell’inflazione, dei costi dell’energia e dei tassi -vogliamo venire incontro soprattutto alle categorie socialmente più fragili. Non c’è mai stata in Trentino un’esenzione dell’addizionale fino ai 25.000 euro, il massimo è stato 20.000 euro negli anni passati. In base al reddito sarà un taglio di imposta tra i 300 e i 500 euro». Questa riduzione di imposta avrebbe portato minori entrate nelle casse della Provincia per circa 30 milioni di euro.
E si era calcolato che il beneficio fiscale avrebbe potuto interessare circa 65.000 contribuenti trentini, visto che la fascia tra i 15 e i 30mila euro di reddito dichiarato è la più
numerosa. La novità avrebbe dovuto scattare proprio dal 2023, ma non ne ha avuto il tempo, perché con la manovra di bilancio di previsione appena approvata dalla giunta Fugatti per l’anno prossimo viene deciso il dietrofront. Addio innalzamento dell’esenzione sull’addizionale Irpef, si torna al vecchio limite dei 15.000 euro che la giunta leghista aveva deciso ad inizio legislatura, abbassando la precedente soglia ereditata, che era di 20.000 euro.
Che cosa abbia spinto il presidente Fugatti e la sua giunta a questa retromarcia non si sa, visto che non è stata spiegata la necessità di recuperare risorse proprio pescando nelle tasche delle famiglie meno abbienti, quelle che la Giunta continua a ripetere di essere impegnata ad aiutare con bonus e altre misure per affrontare il peso dell’inflazione e del caro energia. Cosa è cambiato rispetto a luglio? La situazione è senz’altro peggiorata ed evidentemente la giunta provinciale sa che aumentando l’Irpef quel gettito di 30 milioni di euro è un’entrata certa. Così, ecco che nel primo articolo del disegno di legge di stabilità relativo alle disposizioni in materia di tributi si specifica che: «I soggetti con reddito imponibile non superiore a 15.000 euro non verseranno alcuna addizionale regionale all’Irpef per l’anno d’imposta 2023. I contribuenti con reddito superiore a 15.000 euro continueranno ad applicare l’aliquota dell’1,23% sull’intero imponibile sino alla soglia di 50.000 euro, oltre la quale si applica l’aliquota dell’1,73%. In aggiunta, viene confermato anche per il 2023 l’incremento dell’aliquota di 0,5 punti percentuali (dall’1,23% statale si passa all’1,73%) sulla parte di imponibile eccedente la soglia di 50.000 euro.
La questione dell’addizionale Irpef è sempre stata al centro di forti polemiche con le opposizioni e con i sindacati. Già l’anno scorso Cgil, Cisl e Uil, in fase di discussione della manovra di bilancio per il 2022, avevano sollecitato il presidente Fugatti a riportare la soglia di esenzione dall’addizionale dai 15.000 almeno ai 20.000. Ma senza risultato.
A luglio la bella sorpresa dei 25.000 euro di reddito. Ora, la doccia gelata.
Scarica il pdf: ADIGE tasse ART 101122
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