20 gennaio 2021 – Corriere del Trentino
Fugatti è al giro di boa, adesso riapra il dialogo con tutte le parti sociali
Si è chiusa la seconda sessione di bilancio della giunta Fugatti, segnata dal «ciclone Covid», dopo che la prima era sostanzialmente stata dominata dalla «tempesta Vaia». Ma il tempo passa e ci sembra che il governo provinciale, con pochi amministratori politici esperti e navigati, poco abbia inciso nella realtà del territorio e non sia ancora riuscito né a sbloccare le grandi opere, né a sburocratizzare la pubblica amministrazione, nonostante i ripetuti annunci di avvio delle gare e dei lavori infrastrutturali e quello di avvio di un piano strategico di promozione del cosiddetto lavoro agile, sia nel comparto pubblico sia in quello privato. Un altro tema rimasto al palo che dovrà essere affrontato a breve — e che abbraccia l’infrastrutturazione del territorio quanto il coinvolgimento degli enti locali e della rete pubblica — riguarda la riforma istituzionale. L’assessore Gottardi periodicamente annuncia la propria proposta di legge ma in realtà cincischia; dice e non dice, rimanda alle calende greche un progetto definito e chiaro che, piaccia o meno, metta fine ai fraintendimenti, alle contraddizioni in essere, ai vuoti di responsabilità, con grave pregiudizio dell’assetto istituzionale e dell’organizzazione dei servizi amministrativi, sociali e socio sanitari, che a tutt’oggi sono demandati ai Comuni e alle Comunità di Valle. Diamo atto che in qualche intervento sulla stampa nelle ultime settimane Fugatti abbia riconosciuto queste criticità, ma ora serve uno scatto in avanti. Riguardo all’avvio delle grandi opere, visto che si è scelta la strada dell’affidamento delle stesse a «Commissari ad acta», si proceda finalmente con la nomina di tecnici e funzionari possibilmente di estrazione pubblica. Vista però l’esiguità del numero dei dirigenti adeguati o la loro abbondanza di incarichi, si faccia riferimento a tecnici terzi oppure ai diversi funzionari/dirigenti provinciali esperti, anche di quelli recentemente collocati in quiescenza, se in possesso dei requisiti necessari, che costerebbero alla collettività anche molto meno di commissari «terzi».
Sulla sburocratizzazione della pubblica amministrazione, visto il sostanziale blocco delle relazioni industriali da parte della Provincia (il più grande datore di lavoro del Trentino), nonché il rifiuto della giunta ad attivare il rinnovo della parte economica dei contratti di scuola, sanità ed enti locali, la Uil auspica che il governatore, già impegnato su tanti fronti, deleghi la competenza sul personale. Diventa essenziale riaprire i tavoli di contrattazione almeno della parte normativa e inquadramentale dei dipendenti pubblici trentini; ciò necessita di tempo e disponibilità all’ascolto, tanto più se si vuole ragionare anche del Progetto strategico per la promozione del lavoro agile. Piano rivolto a pubblico e privato, ma che se non venisse discusso e attivato in primis dal «sistema provincia» rischierebbe di rimanere solo sulla carta. Un’ottima intuizione quindi che potrebbe sfumare e non produrre concrete modifiche organizzative della pubblica amministrazione e un avvicinamento della macchina burocratica e dei servizi pubblici ai cittadini.
I rapporti con le organizzazioni sindacali non sono certo nelle corde del governatore e diverse decisioni prese dalla giunta provinciale in questi primi due anni di amministrazione non sono state gradite e talvolta fortemente contrastate da Cgil, Cisl e Uil. Crediamo che riaprire la discussione sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, facendo partecipi dipendenti e organizzazioni sindacali confederali dei progetti che riguardano le modalità di lavoro dei propri uffici e di offerta dei servizi resi alla cittadinanza, possa essere utile a ricostruire relazioni e rapporti sindacali e istituzionali di cui poi tutti i soggetti coinvolti, in primis la cittadinanza e le aziende, potranno beneficiare.
* Segretario generale Uil del Trentino
Scarica il pdf: giunta ART 200121 2
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