25 maggio 2022 – l’Adige
Gianni Tomasi va in pensione
TRENTO – Cambio della guardia nel cda dell’Agenzia del Lavoro. Gianni Tomasi, da dieci anni nel board, storico sindacalista Uil, esce di scena con leggero anticipo lasciando il testimone al collega Walter Largher, segretario Uiltucs. Ieri il cda di Agenzia del Lavoro è tornato a riunirsi per la prima volta in presenza, nella sede di via Maccani, dopo quasi due anni e mezzo di pandemia. Tomasi, 67 anni, a fine anno sarà anche pensionato Uil.
Una carriera nel sindacato iniziata 37 anni fa: fu segretario del terziario per circa due decenni, poi quasi una decina d’anni nell’edilizia e infine segretario confederale. Lascia con un invito agli imprenditori trentini: «Trattate bene i lavoratori. Sembra banale. Pagare il giusto e rispettare i lavoratori porta produttività e competitività». Per Tomasi è da qualche decennio che anche in Trentino si è creduto che abbassare i diritti e la stabilità portasse dei risultati: «Invece i dati dimostrano che le aziende che vanno bene sono quelle che investono di più sulle persone». Il mondo del lavoro presenta una forte contraddizione: scarseggia il lavoro «buono, garantito, retribuito bene» e le aziende fanno fatica a trovare personale. Non solo nel turismo: «La pandemia ha acuito l’emergenza – spiega Tomasi – perché si è sommata una serie di concause. Molti stranieri sono tornati in patria e ancor oggi è difficile, burocraticamente, il loro rientro in Italia. C’è la burocrazia, i decreti flussi sono fermi. Poi il Trentino è sempre meno attrattivo. Le retribuzioni sono basse – checché ne dicano alcuni imprenditori – e decisamente più basse dell’Alto Adige, dove la stagione turistica è anche più lunga. Gli affitti e gli alloggi sono cari».
Ma c’è anche una questione antropologica, culturale, di prestigio di alcune professioni: «Il lavoro di cameriere – esemplifica Gianni Tomasi – è stato bistrattato, svilito. Non ha riconoscimento sociale e professionale e molti lavoratori lo snobbano».
Nella lunga carriera sindacale e negli ultimi dieci anni in Agenzia del Lavoro Tomasi ha visto cambiare radicalmente il tessuto economico trentino: «La presenza dei sindacati nell’Agenzia del Lavoro, braccio operativo della Commissione provinciale per l’impiego, è fondamentale. Le parole chiave sono politiche attive del lavoro, riqualificazione, formazione».
I momenti più duri? «La crisi economica del 2008 e le grandi difficoltà dell’edilizia. Non dormivo la notte.
Ogni giorno c’erano aziende che chiudevano e lavoratori a spasso». Un altro invito, prima di lasciare: non stravolgere il Progettone. Che ha dato tanto ai lavoratori, che a loro volta sono andati incontro alle esigenze del territorio. Ma attenzione anche alla «fuga di cervelli»: «Troppi nostri laureati, trentini, veneti e lombardi che studiano a Trento, poi scappano, soprattutto all’estero. Stipendi migliori, ruoli e carriere più gratificanti. Bisogna intervenire rapidamente».
Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del Lavoro guarda con fiducia alle iniziative di reclutamento e di incontro tra domanda e offerta messe in campo in queste settimane e alla missione 5 del Pnrr, con risorse per le politiche attive del lavoro. «Serve tanta formazione. Il pubblico deve fare da regia. La nostra agenzia non è più uno strumento di raccolta burocratica di curricula, ma di orientamento, formazione, incontro. C’è una fragilità diffusa sulle competenze di base e specialistiche. Le persone che cercano lavoro non sono poi così tante e purtroppo non sono subito pronte per il mercato del lavoro».
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